Ambasciatore della Slovacchia S.E. Ján Šoth: “L’Italia per noi è un valido alleato economico e politico”

 

 

(ASI) Per le grandi interviste esclusive di Agenzia Stampa Italia abbiamo incontrato Sua Eccellenza Ján Šoth, ambasciatore della Repubblica Slovacca in Italia. Nel nostro colloquio abbiamo affrontato diverse tematiche e parlato dell'Europa.

Particolare attenzione è stata prestata ai rapporti economici, politici e culturali tra le nostre due nazioni ed al ruolo svolto dalla Slovacchia in Europa, anche in considerazione del fatto che Bratislava attualmente detiene la Presidenza di turno della Consiglio dell'Ue. Un'occasione per i lettori per conoscere meglio e più da vicino la Slovacchia, una realtà giovane, dinamica e molto interessante, il cui nome, da solo, evoca tanto fascino.

Da circa un anno la cosiddetta “rotta balcanica” è diventata una delle principali vie di transito dei migranti che vengono in Europa in cerca di una vita migliore. Molti paesi dell’area, tra cui Slovenia, Ungheria e Austria hanno deciso di innalzare muri o di chiudere le frontiere ai migranti. Voi come gestite questa emergenza?

La Slovacchia attualmente ricopre il ruolo di presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea e cerca di fermare ogni possibile frizione tra i membri della Ue. Noi nel corso della nostra presidenza vogliamo aprire lo spazio a riflessioni profonde per discutere a livello europeo il modo migliore per gestire questa emergenza. Purtroppo questa oggi non è l’unica criticità presente in Europa quindi il nostro compito è molto difficile; ma il principio che ispira la presidenza slovacca è quello di trovare un consenso stabile e soluzioni tangibili; non solo per l’oggi ma anche per il futuro. Proprio in questi giorni i capi di Stato della Ue si sono trovati a Bratislava per discutere sui problemi e sul futuro dell’Europa su come assicurare un miglior funzionamento della Ue. Ci troviamo in un periodo storicamente importante per l’Europa.

Proprio nel vertice di Bratislava i paesi del gruppo di Visegrad, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria, ispirati dal premier ungherese Viktor Orban volevano mettere sul tavolo del vertice informale la questione di una revisione dei trattati europei. Perché?

Alla fine l’argomento non è stato trattato perché noi abbiamo voluto concentrarci sulle questioni inerenti a come fare meglio in Europa e non su come cambiare i trattati. Ma questo è stato solo l’inizio e il dibattito continuerà. Il prossimo anno, quando festeggeremo i 60 anni della firma dei trattati di Roma, speriamo di avere una visione più chiara e concreta su come migliorare l’Europa tutti e 27 i paesi membri.

Nel corso di un recente incontro con presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro slovacco Robert Fico ha detto che l’energia russa è molto importante per il vostro paese, ribadendo che se il gas russo smettesse di scorrere attraverso il gasdotto slovacco la Slovacchia avrebbe perdite annuali di 800 milioni di Euro. Il vostro governo sta studiando delle possibili alternative a questa eventuale perdita?

Prima di tutto vorrei sottolineare che la diplomazia e la politica slovacca stanno facendo di tutto per mantenere la stessa capacità di transito attraverso la Slovacchia e questo è molto importante per noi. È vero che la realizzazione del progetto North stream 2 potrebbe danneggiare in modo significativo la Slovacchia ma vorrei però ricordare che il gasdotto che attualmente attraversa la Slovacchia ha una capacità di trasporto di 100 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ma oggi questa capacità è utilizzata solo al 60 per cento. Comunque noi vediamo la Russia come un partner importante per noi. Per rispondere alla sua domanda vorrei ricordare che i responsabili del governo elaborano diverse alternative, inclusa quella, eventualmente, di dar vita ad un “flusso reverse” del gas che attraversa la Slovacchia. La Slovacchia sta lavorando ad altre alternative.

Attualmente la Slovacchia sta ricoprendo per la prima volta nella sua giovane storia la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. Cosa ha rappresentato per voi l’ingresso nella Ue e quale contributo contate di portare a Bruxelles durante il vostro semestre?

Grazie per questa domanda. Ci tengo a sottolineare che per la Slovacchia questi 12 anni passati dall’ingresso nell’Unione europea rappresentano un chiaro successo storico. Personalmente sono convinto che la nostra appartenenza all’Ue abbia un’importanza fondamentale per la vita dei nostri cittadini. La presidenza slovacca nel Consiglio dell’Unione europea rappresenta una grande sfida ma probabilmente siete d’accordo con me sul fatto che abbiamo assunto questa missione in un periodo molto difficile per l’Europa. Questa sfida è molto, molto grande ma per noi è importante essere flessibili e capaci di rispondere a questa sfida con delle azioni molto equilibrate. Il compito della presidenza è quello di creare lo spazio per le discussioni e superare questo periodo difficile per l’Europa. Noi vogliamo essere un mediatore sincero che cerca di trovare il consenso tra tutti. Questa è la nostra politica nel corso del semestre di presidenza.

La Slovacchia è uno dei paesi che fa parte del gruppo di Visegrad insieme a Repubblica ceca, Polonia e Ungheria. A cosa serve il V4 e qual è il vostro ruolo in questa organizzazione?

Il gruppo di Visegrad ha un’importanza chiara e visibile per la regione centroeuropea. Dopo le rivoluzioni democratiche ed il crollo dell’Unione sovietica il ruolo principale di questa organizzazione era quella di un reciproco sostegno nella transizione dalla dittatura alla democrazia ed un sostegno nel graduale cammino verso l’Europa.Vorrei sottolineare che per noi, ma anche per gli altri componenti del V4, questo gruppo rappresenta una sorta di scuola superiore della comunicazione e della cooperazione nella regione. Oggi siamo quattro partner paritari, non abbiamo una cooperazione istituzionalizzata tranne che per il fondo di Visegrad importante soprattutto per la cooperazione culturale. È importante dire che Visegrad opera lì dove da soli abbiamo difficoltà e possiamo trovare un consenso, e questo probabilmente è il segreto del buon funzionamento di questo gruppo oggi.

Sono ormai passati 23 anni da quando la Slovacchia si è divisa dalla Repubblica ceca. Cos’era la Slovacchia quel I gennaio 1993 quando iniziarono i negoziati e cosa è diventato oggi il vostro paese?

È molto importante dire che non sono passati 23 anni dalla divisione della Slovacchia dalla Repubblica ceca ma 23 o 24 anni dall’accordo tra i rappresentanti politici cechi e slovacchi sulla divisione tra le due parti, perché così sono andate le cose. Noi ci siamo divisi amichevolmente. Noi abbiamo creato due stati indipendenti. Noi siamo divisi dalla Repubblica ceca ma questo divorzio è stato, per così dire, elegante anche se è vero che i primi anni non sono stati facili, ma la Slovacchia è stata capace di trasformarsi grazie ad un grande lavoro ed alla sofferenza. Oggi ci siamo trasformati in un paese prospero, democratico e pienamente integrato nell’Unione europea, siamo l’unico paese della regione che fa parte dell’unione monetaria. Oggi la Slovacchia è un partner ed è un vicino serio e corretto della Repubblica ceca. Le relazioni tra i due paesi sono oggi migliori di quelle precedenti alla divisione, e questo per noi è un risultato molto importante perché siamo amici.

Quali sono i rapporti economici, politici e culturali tra Roma e Bratislava? Eventualmente gli imprenditori italiani in quali settori potrebbero investire nel vostro paese giovando alla vostra economia?

L’Italia rappresenta per noi un valido alleato. La cooperazione tra noi è sempre stata eccellente e sono così anche oggi. I rapporti economici, politici e diplomatici sono ormai positivi da anni. Stiamo preparando la visita ufficiale del presidente slovacco in Italia per la fine di settembre. Abbiamo un dialogo politico molto intenso. Parlando di economia abbiamo scambi molto importanti, in crescita. Ad esempio nel 2015 sono stati raggiunti i 5 miliardi di euro di scambi con una crescita del 3 per cento. L’Italia è il sesto principale datore di lavoro in Slovacchia e questo è molto importante per i cittadini slovacchi. Sono presenti più di 400 imprese italiane in Slovacchia. L’Italia è al quarto posto tra gli investitori stranieri. Economicamente i rapporti tra i nostri due paesi sono bellissimi. I settori che ci legano di più sono quello automobilistico, quello chimico, quello bancario ed il turismo. Quando parliamo di rapporti culturali dobbiamo ricordare che da anni l’istituto slovacco a Roma porta in Italia i migliori artisti slovacchi. Basti pensare alla grande mostra della gotica tardiva slovacca che sarà inaugurata nel corso della visita ufficiale del nostro presidente presso il Quirinale. Questo evento è parte integrante delle attività della presidenza slovacca del Consiglio della Ue. I rapporti sono intensi e la cooperazione culturale è molto intensa. Per dicembre, in occasione della fine della nostra presidenza stiamo preparando un grande concerto della filarmonica slovacca a Santa Cecilia. Abbiamo piani molto ambizioni e speriamo che tutto vada bene.

Cosa rappresenta l’Italia per il vostro paese?

Non è facile dirlo in poche parole. Per me, come per la maggior parte dei cittadini slovacchi, l’Italia rappresenta tutto ciò che è legato al Made in Italy. Per noi l’Italia rappresenta una grandissima storia, una grandissima arte e una vasta cultura e, perché no, la bellezza della vita. Se parliamo dal punto di vista politico l’Italia per noi è un importantissimo partner europeo, un buon amico.

Ettore Bertolini, Fabrizio Di Ernesto e Natsuko Moritake - Agenzia Stampa Italia

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