(ASI) Ulderico De Laurentis, dirigente nazionale di Azione Giovani e della Giovane Italia. Il 27 Marzo 2009 è stato uno dei 4 giovani ad intervenire in apertura al primo Congresso Nazionale del Popolo della Libertà in rappresentanza delle nuove leve del centrodestra italiano.
A che età è iniziata la tua attività politica?
Frequentavo il primo anno del Liceo Scientifico e presi la tessera del Fronte della Gioventù qualche tempo prima della nascita di Azione Giovani. Mi dedicai fin da subito a tematiche scolastiche: era il periodo degli 'Antenati', movimento di Giorgia Meloni che si contrapponeva alla riforma Iervolino. Per Azione Studentesca sono stato rappresentante di classe, di Istituto e di Distretto; ho ripreso l'attività sul territorio dopo l'iscrizione all'Università. Vado orgoglioso di essere uno che ha fatto la gavetta senza saltare un passaggio del percorso politico: prima militante, poi dirigente di un circolo di paese; ancora dirigente provinciale e poi adesso esecutivo nazionale di GI.
Come dirigente nazionale di cosa ti occupi?
La Direzione Nazionale è l'organo che elabora e determina gli indirizzi politici generali del Movimento. In questa fase particolare di transizione, con il cambio di Presidenza e di alcuni componenti la cabina di regia nazionale, stiamo affiancando i nuovi vertici nel delicato percorso che ci vedrà aprire la stagione congressuale nazionale. In contemporanea ci stiamo anche occupando di elaborare le rivendicazioni politico-generazionali nei confronti dell'attuale governo e soprattutto le piattaforme programmatiche da presentare in vista delle prossime elezioni politiche.
Come immagini il futuro prossimo del PdL?
Lo immagino all'insegna delle 3 o 4 P. Primarie, Preferenze, Partecipazione e Partito degli Onesti
Quale dovrà essere il ruolo della GI?
A mio avviso il ruolo che da sempre dovrebbero rivestire i movimenti giovanili dotati di autonomia organizzativa e di pensiero: pungolo del Partito e avanguardia generazionale.
Secondo te la base è sufficientemente coinvolta nelle scelte del Partito?
La stagione congressuale parzialmente conclusasi è stata un'occasione, ma forse non sempre sfruttata al meglio. Per il coinvolgimento della base c'è ancora tanta strada da fare. Soprattutto nelle piccole e medie città.
Marco Petrelli per Agenzia Stampa Italia