(ASI) Oltre al rischio che possa andare via l’assessore al Bilancio, al Personale ed al Risparmio, Franco Tomassoni, “corteggiato”, per le sue straordinarie performance, dal gruppo Fiat – Chrysler (vedi articolo a fianco) ha rischiato il tracollo la giunta di Catuscia Marini, perché è stata sul punto di essere cooptata, addirittura nel governo centrale, anche l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini da Castello.
Il fatto. A Silvio Berlusconi era giunta voce (figuriamoci: lui sempre con le antenne tese, in fatto di comunicazione, un maestro) che in Umbria una signora piacente di Città di Castello aveva mostrato in poco tempo ( nemmeno un anno) tutte le sue straordinarie capacità a guidare l’agricoltura, forte (anzi fortissima) dell’esperienza acquisita nei numerosi stage nei campi dell’alta valle del Tevere. Appena saputa questa notizia, il presidente Berlusconi si è precipitato dalla segretaria (sapete tutti che ormai non usa più il telefonino) ed ha fatto chiamare il ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan, al quale ha detto che c’era pronto per lui un altro importante incarico, ma avrebbe dovuto lasciare, immediatamente, il ministero delle politiche agricole ad una nuova ministra, proveniente è vero dall’Umbria rossa, ma da Città di Castello.
Il buon Galan, da ex dipendente, ha subito ubbidito e così Silvio, raggiante, stava per dare, a tutti gli altri ministri, la comunicazione ufficiale del rimpasto, quando, improvvisamente, è crollato: svenuto. Gli era stato appena spiegato che l’assessore all’agricoltura dell’Umbria è sì di Città di Castello, ma non è Monica Bellucci, come pensava lui e come gli era stato fatto credere. Uno shock terribile, una delusione devastante per il Cavaliere, tanto che ci sono volute molte ore per riprendersi, e solo grazie alle amorevoli cure, con impacchi e sali, della Gelmini e della Brambilla, in rigoroso camice bianco da infermiere. E così “niente rimpasto” (pag. 8, Corriere della Sera, sabato 5 marzo).
Questa cronaca (per riassunto) è filtrata dalle fitte maglie che in genere circonda palazzo Chigi, e la possiamo raccontare adesso, in esclusiva, dopo lo scampato pericolo, perché se fosse andata via la Cecchini, talento allo stato puro, sarebbe stato un danno immenso per l’Umbria, ed un trauma per la Marini che avrebbe perso una colonna portante della sua giunta.
Come raccontano le cronache, giustamente anche con dovizia di particolari, l’assessore all’agricoltura è un po’ dappertutto, partecipa con trasporto a tutte le manifestazioni che riguardano il suo settore ed è molto apprezzata per gli interventi, veramente di qualità, tanto che anche le associazioni di categoria (notoriamente esigenti) esultano giustamente: hanno trovato un’interlocutrice competente, ed ora parlano la stessa lingua (quella della crusca) come si capisce ascoltando gli interventi in televisione e leggendo i giornali. D’altronde è un fatto scontato ed ormai conosciuto da tutti: che conta la laurea? Ne vogliono pure abolire il valore legale. Non contano gli studi fatti, com’è noto autentica perdita di tempo, conta ben altro per fare carriera in politica e mettersi al servizio dei cittadini.
Lo dimostra anche il veloce successo del “trota”, il figlio di Bossi. L’esperienza maturata sui campi, magari a raccogliere tabacco, è tutta un’altra cosa. Niente a che vedere con i master perditempo ad Oxford.
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