(ASI) Lettere in Redazione. Mi sia permesso esprimere la mia opinione in merito a quanto pubblicato ieri nel vostro giornale a firma sig F. Dal Cortivo. Questo non certo perché il sig Dal Cortivo non sia stato capace d'esprimersi, anzi è molto chiaro, ma solo per esprimere la più profonda ripugnanza verso il mondo dei banchieri. Lo Stato Sociale non va a fondo occasionalmente, o per incompetenza culturale, questa la mia tesi, anzi la mia certezza. Lo Stato Sociale, che tanto fastidio ha dato alla supponente arroganza protestanrte e calvinista degli anglo-americani, è stato scientemente distrutto. A supporto della mia tesi porto queste brevi considerazi.
La stessa creazione dell'euro non è manovra fallimentare come molti pensano e credono, ma è vitalissima e ben congegnata manovra per condurre, con o senza forti alterazioni sociali, verso la caduta dei Governi nazionali che hanno incominciato a perdere potere, dignità, prestigio da che accettarono che una banca privata, ex nihil creata, la BCE, li esautorasse dalla funzione primaria che esercitavano: "Il conio della moneta"! Tutto questo, lapalissianamente, in favore del regime bancario, tanto che da tempo aggiungo ai miei discorsi: "Benvenuti nel Paese dei Soviet bancari"! Anch'io ho compreso, pur a completo digiuno di quell'arida e pazzesca scienza del dare-avere, quella che mai si occupa delle punizioni che infligge all'uomo con le sue operazioni di somma o detrazione fatte quadrare attraverso artifizi filosofici assolutamente arbitrari, che lo Stato Sociale, nei suoi ruderi, era vieppiù condannato. Però molti, nonostante gli orribili difetti che celatamente conducono all'usura privata e bancaria, nominano quella scienza "Economia"; ma mai per interesse fanno trasparire che essa è sovrastata dagli speculatori nazionali ed internazionali, in tal maniera senza offrire all'imbecille la possibilità d'uscire dallo stato di nebbia che gli ottenebra le idee. Lo Sato Sociale italiano è stato fulgido esemoio nel mondo per la civiltà sociale e giuridica che esprimeva. Lo ricordiamo che lo Stato sociale nei vari periodi storici ha tratto la sua forza nella politica sociale del Fascismo, della Chiesa e della Sinistra rivoluzionaria. E tutto ciò si scontra con il materialismo liberista. Per cui scientemente va neutralizzato fino a farlo sostituire con lo Stato liberale, che subito, sotterraneamente, andrà trasformato in liberista e poi in Stato in mano alla speculazione finanziaria.
Anch'io, dicevo, fui tra quelli che ebbero chiaro il nuovo corso manifestamente "puzzolente". Capita la nuova piega delle cose prima ancora dell'avvento dell'euro, semplicemente facendo semplici ragionamenti, cosa che già avvenne allorché si incominciò alla fine degli anni '90 a parlare di villaggio globale, produssi, insieme con altri relazioni filosofico-culturali sull'iniquità del nuovo sistema, ma fu solo lotta donchisciottesca! Il popolo dovrebbe ormai insorgere contro questo sistema, ma questo popolo ha perso ogni energia rivoluzionaria, creativa, la dignità, la sua fierezza e la virilità, perciò esso non si è mai ribellato a queste barbarie, anzi, è stato facilmente addomesticato dai padroni d'oltre oceano. Lo Stato Sociale è finito non da oggi con l'Innominato al Governo, quello che termina gli ultimi scempi dei sig.ri Prodi e Berlusconi.
Lo Stato sociale terminò allorquando, per me fu il sintomo cardine di un pensiero che prendeva corpo, gli Ospedali Generali furono trapassati in Aziende Ospedaliere Locali che ovviamente traguardarono il profitto, e non la salute! Ahi serva Italia
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