(ASI) I nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Questa la decisione sul riordino delle province stabilita oggi durante il Consiglio dei Ministri. Nessun accorpamento delle festività invece tra i criteri previsti dal decreto sulla revisione della spesa. A base delle motivazioni citate da Palazzo Chigi a riguardo, vi sarebbero le stime della Ragioneria generale, secondo le quali la misura non garantirebbe sufficienti garanzie di risparmio.
Nonostante le massicce sforbiciate allo stato sociale in vista con il nuovo decreto, Monti ha voluto comunque rassicurare gli animi negando l'adozione di future revisioni economiche e l'introduzione della tassa patrimoniale sopra i 250mila euro. "L'Italia non ha bisogno di nuove manovre- ha dichiarato il premier in conferenza stampa al termine del Cdm- Siamo sulla giusta strada per il conseguimento degli obiettivi di bilancio e soprattutto l'imposta patrimoniale non rientra nei nostri obiettivi di governo".
Riferendosi poi al galoppante spread che oggi ha toccato la soglia dei 490 punti, il presidente Monti si è giustificato aggiungendo: "Non sono sorpreso che per ora non ci sono effetti positivi sulla crescita. I provvedimenti di risanamento e le riforme strutturali messe in atto avevano come obiettivo di generare effetti positivi nei mercati finanziari in termini di riduzione dei tassi interessi e quindi di spread. Questo in parte e in certe fasi si è verificato e purtroppo questo movimento in discesa dei tassi c'è stato ma si è arrestato e poi invertito". Secondo il premier le cause dell'inasprimento del differenziale tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani sarebbe riconducibile principalmente a due cause: le insufficienze nella governance dell'Eurozona e l'incertezza del quadro politico italiano. "Ho guardato i numeri e all'inizio dell'attività di questo governo, nel novembre 2011, lo spread era a 574- evidenzia Monti innescando un parallelismo con l'ex governo Berlusconi- Dodici mesi prima, nel novembre 2010, era a 160. Rispetto all'inizio del mandato, oggi siamo a 490 e quindi c'è una diminuzione, certo deludente perché me la sarei aspettata maggiore a 84 punti". Insomma per il primo ministro le responsabilità dei risultati andrebbero ricercate nell'operato del precedente governo sottolineando come alcune delle scelte impopolari prese dall'esecutivo tecnico siano la continuazione di quelle dell'era Berlusconi. "Le iniziative per il risanamento giudicate troppo severe come il Fiscal Copact rientravano nel 'six pack' approvato prima dell'entrata in funzione di questo governo".
Probabilmente in vista delle numerose mobilitazioni indette ieri da Cgil e Uil, il premier è tornato a chiedere ai partiti ed alle parti sociali più compattezza per sostenere la maggioranza. "Mi auguro che quel senso di responsabilità che finora è prevalso anche nell'atteggiamento delle forze sociali e sindacali, a differenza di quello che stiamo vedendo in altri paesi come la Spagna, possa continuare per non aggravare una situazione già complessa".
Di Pietro (Idv): Politica economica Monti dannosa. Al voto!
"Il Governo Monti è nato con l'idea di rimettere a posto i conti e rilanciare l'economia del Paese. Ormai sta passando quasi un anno, il debito è aumentato, lo spread pure, la disoccupazione pure, il deficit pure. Insomma, le politiche economiche del Governo sono dannose per il Paese". Lo ha detto a Termoli il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che invita ad andare subito al voto. "E allora è necessario che i cittadini facciano una scelta di campo al più presto, scelgano il Governo a cui vogliono affidare il futuro del Paese, perché in democrazia i Governi vengono eletti dai cittadini, non vengono nominati da una ristretta cerchia dei cosiddetti professori, se poi i risultati sono quelli che sono". "Per questa ragione noi dell'Italia dei Valori - ha aggiunto Di Pietro - riteniamo che prima si va alle elezioni meglio è. E per quanto ci riguarda, ci andremo con un programma molto attento alla giustizia sociale, alla questione etica, perché abbiamo già un ricambio generazionale con un persone di qualità per il rilancio dello sviluppo del nostro Paese".
Giovanelli (Pd): Riforma province perfettibile ma rilevante
"La delibera approvata dal CDM sui criteri di riorganizzazione e accorpamento delle province d’Italia secondo un nuovo concetto di governo di area vasta, rappresenta un fatto molto rilevante e positivo".
A dichiararlo è Oriano Giovanelli, deputato Pd, che aggiunge: "Fra demagoghi e immobilisti il Governo mette in moto un cambiamento profondo che con la spinta alle unioni dei comuni, l’attivazione dopo 22 anni delle città metropolitane, l’avvio del processo di accorpamento e razionalizzazione delle prefetture e degli uffici periferici dei ministeri, avvia l’unica grande riforma istituzionale e amministrativa coerente con il titolo V della Costituzione e capace di dare risultati concreti in termini di semplificazione ed efficienza e risparmio di risorse finanziarie e umane. Non è finita. Ora tocca alle autonomie e alle regioni. Non c’è dubbio che sia una riforma perfettibile, ma apre un varco enorme nell’immobilismo italiano dove si alleano sempre i perfezionisti con i conservatori, e può mettere all’angolo finalmente con argomenti concreti il populismo d’accatto che si è accanito su questo tema. Grazie davvero al Ministro Patroni Griffi da chi come noi vuole cambiare davvero la pubblica amministrazione di questo paese e non limitarsi a denigrarla".
Brunetta (Pdl): Anche Bersani ha capito che lo spread non è colpa di Berlusconi
"La situazione in Spagna oggi, con rendimenti dei titoli di Stato decennali oltre il 7% (spread con i Bund tedeschi a 579 punti base), è molto simile a quella italiana dello scorso novembre. In più in Spagna c’è la crisi delle banche, che noi non avevamo. Tutto ciò dimostra come la speculazione punti, uno dopo l’altro, ai singoli Paesi, prescindendo dai governi (quello spagnolo è nuovo di zecca) e anche dalle politiche sangue, sudore e lacrime in atto nell’Europa sotto attacco della speculazione". Lo ha affermato Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl. "Oggi la Spagna, ieri l’Italia, domani é possibile ancora l’Italia, nonostante i compiti a casa voluti dalla Merkel e diligentemente eseguiti dal super governo tecnico dell’ottimo Monti. Unica nota positiva in una situazione tragica é che persino Bersani ha finalmente capito il gioco perverso dello spread. Ieri accusava Berlusconi di essere all’origine della crisi, oggi cita confusamente Agatha Christie e Ernest Hemingway. Non pretendevamo tanto: bastava solo che chiedesse scusa a Berlusconi, al suo governo e soprattutto agli italiani per aver giocato al tanto peggio tanto meglio. Che sia lui l’ultimo indiano?".
Centrella (Ugl) Patrimoniale e ferie, evitati due colpi al ceto medio in estinzione
“Nonostante la smentita odierna di Monti, è bene sottolineare come un’altra patrimoniale poco coraggiosa al di sopra dei 250 mila euro l’anno e l’accorpamento delle ferie avrebbero rappresentato altri colpi insopportabili ad un ceto medio ormai in via di estinzione”.
Lo sostiene Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, commentando le precisazioni del Presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa seguita al Cdm. Per il sindacalista “un accorpamento delle ferie piovuto dall’alto, quindi non concertato e non deciso a livello territoriale, aziendale e di settore non ci avrebbe fatto portare a casa alcun risultato in termini di crescita, mentre per quel che riguarda la soglia della patrimoniale in ogni caso avrebbe rappresentato l’ennesimo favore ai veri ricchi e ai veri evasori”.
“E’ il ceto medio – conclude il sindacalista – a tenere in piedi e unito un Paese, se si continua a tartassarlo rischia di andare in frantumi l’intersa nazione e questa tragica eventualità sarebbe assai più grave di tutti i problemi da risolvere, compresi la sfiducia dei mercati e l’equilibrio dei conti pubblici”.
Alessandro Bulletti-Agenzia Stampa Italia
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