(ASI) Nella sede di Democratica, la scuola di politica fondata da Walter Veltroni giovedì 4 novembre si è presentato il libro “La sfida” di Sergio Chiamparino, sindaco di Torino. Per l’occasione erano presenti, oltre all’autore e al “padrone di casa” Veltroni, Marco Follini, Enrico Letta e Massimo Franco, in qualità di moderatore. Questo incontro ha permesso ai presenti di analizzare la situazione economica e politica del paese.
Veltroni: afferma che il libro individua che siamo in un passaggio delicato del nostro paese. Siamo alla fine di un ciclo politico, ma nelle cose non nelle conseguenze politiche. C’è un calo della maggioranza, ma non emerge come negli altri paesi democratici. Quello che occorre è l’alternatività e la chiusura di questo periodo potrà avvenire in due soli modi: o ci sarà una parabola cieca verso il basso che porterà a un’assenza di governo e a conseguenze drammatiche sul piano finanziario e sociale; oppure ci sarà una rottura. Se il Governo tradisce il mandato, bisogna andare alle elezioni. Ma prima di questo bisogna cambiare la legge elettorale e questa posizione è unanime. Andare alle elezioni può essere un’avventura e bisogna evitare un errore come il 1994. C’è bisogno di un centro sinistra riformista che sia una valida alternativa e sia in grado di raccogliere le delusioni degli stessi elettori di Berlusconi. Ci vorrebbe un patto con i produttori e bisogna individuare come principale problema il lavoro. Il verbo deve essere non difendere, ma cambiare.
Follini: definisce Chiamparino un sindaco vincente, un nordista del PD e da cui il PD dovrebbe prendere esempio. Come Veltroni riconosce che un ciclo politico è finito e che bisogna rifare la legge elettorale. Il problema è comunque economico e la differenza rispetto agli altri paesi e che in Italia non ci si adopera. Le elezioni sono un problema in più, ma bisogna fare del meglio per aprire questa strada e prima di realizzare alleanze è bene creare delle identità. Il PD è un partito aperto, caratterizzato da posizioni in cui si identifica e con cui si discosta. Ciò nonostante se si vuole uscire dalla crisi è opportuno superare l’inerzia perché se non lo si fa, la posizione dell’Italia sarà drammatica.
Letta: è la fine del Berlusconismo. Tolti i due decenni delle Guerre mondiali, nel decennio 2000-2010, tolta Haiti, per ovvie ragioni, l’Italia è all’ultimo posto del Fondo monetario economico e ci vede molto distanziati dal terz’ultimo. E’ dunque un decennio perduto. Oggi siamo messi peggio del 1993 perché non abbiamo tassi di crescita e ampi margini operativi che c’erano allora. A quel tempo fu decisivo Ciampi, oggi c’è bisogno di un “super Ciampi” e riconosce l’errore del centro sinistra di non averlo candidato nel 1994. Bisogna strutturare un’agenda individuando nelle quote rosa, il fisco le priorità. E’ opportuno evitare l’errore che fece la DC all’indomani della caduta del muro di Berlino, la quale non capì che la fine del comunismo determinava la sua stessa fine. Stesso discorso vale per il PD perché se non ci si adopera la fine del Berlusconismo metterà in crisi lo stesso Partito democratico.
Chiamparino: Si limita a rinviare al suo libro e globalmente si allinea ai suoi relatori. Dopo aver ripercorso il suo vincente cammino politico, lamenta una sostanziale immutabilità dei soggetti, che impedisce alla politica di crescere. E’ opportuno avere chiarezza nelle alleanze prima di tutto e che bisogna puntare sulla produttività.
Veltroni: chiude e sintetizza l’incontro. Individua come priorità la legge elettorale, il lavoro e il sostegno alle piccole medie imprese. E’ necessario una svolta riformista, anche se è faticosa, ma il paese è stanco e vuole il cambiamento. Occorre individuare un leader, ma resta il fatto che il PD deve rispondere alle esigenze dei cittadini e per questo si qualifica come partito aperto e come corrente alternativa.
La presentazione del libro La sfida di Sergio Chiamparino ha dunque messo in luce la volontà del PD di darsi da fare per superare questa crisi paralizzante. Il lavoro, il sostegno ai giovani e alle piccole e medie imprese sono le priorità individuate, che devono essere precedute dalla caduta del Governo e dalla formazione di un Governo elettivo che dovrà innanzitutto rifare questa pericolosa legge elettorale. Le idee ci sono e la volontà di adoperarsi anche, bisognerà vedere e, forse è questa la vera sfida del PD, se riuscirà ad mettere in atto i buoni propositi idonei a superare la crisi. Al tempo e alla politica le risposte
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