(ASI) Il piano d'austerità approvato dal Consiglio dei Ministri sgretola ulterirmente lo Stato Sociale italiano. Tra le iniziattive approvate dal Governo è prevista la riduzione di ben 18mila posti letto tra le aziende ospedaliere pubbliche e private accreditate, con una quota del pubblico non inferiore al 40% del totale. In sostanza, secondo i numeri offerti da Palazzo Chigi, entro il 30 novembre si dovrà raggiungere lo standard di 3,7 posti letto ogni 1000 abitanti
Lamonica (Cgil): Tagli compromettono il diritto alla salute
"Nessuna opera di riorganizzazione e riqualificazione della spesa sanitaria ma un'altra manovra di tagli lineari al finanziamento che compromette il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alle cure”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, commenta in una nota il capitolo Sanità contenuto nel decreto sulla revisione della spesa pubblica aggiungendo:"Il governo tagli altri 5 miliardi alla spesa sanitaria che si aggiungono agli 8 miliardi della manovra precedente: sono ormai 22 miliardi i tagli cumulati nel triennio, di cui tre miliardi di nuovi ticket. Non è Spending Review, non è una riqualificazione della spese inappropriata e non è un'eliminazione degli sprechi. Anzi, con i tagli lineari, il risanamento si ostacola mentre si compromette il diritto dei cittadini alla tutela della salute e alle cure. L'operazione ha anche il segno di una seria messa in discussione del servizio sanitario nazionale, pubblico ed universale, quale è stato costruito nel Paese e quale intendiamo difendere, perché strumento di equità sociale, e fattore di sviluppo”, conclude Lamonica.
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