La 166/2011 infatti stabilisce che i Comuni possano NON servirsi della società creata da Agenzia delle entrate e Inps per la riscossione nazionale dei tributi.
Giustamente De Carlo fa notare: «In un momento di crisi e difficoltà per le famiglie [...] abbiamo cercato di umanizzare il servizio disumano da sceriffo di Nottingham adottato da Equitalia, risparmiando per di più ben 13 mila euro all’anno».
Oltre tutto c'è da dire che la riscossione diretta dagli enti locali nel 2013 per effetto sempre della 166 passi in automatico, conviene alle comunità locali calabresi, Crotone compreso, strappare dalle mani di Equitalia la riscossione, tempestivamente tramite ricorso, risparmiando un anno di consolidate pratiche che rasentano l'usura, liberando così i cittadini stanchi da questo folle giogo.
Oltretutto se ne ricava un forte risparmio, se calcoliamo che la Città paga oggi ad Equitalia quasi 6 euro a cittadino, esempio un Comune come quello di Crotone di 62000 risparmierebbe così 372.000 €, una bella cifra da destinare immediatamente sul bilancio comunale.
La febbre della “de-equitalizzazione” sembra aver colpito anche i comuni limitrofi della Comunità montana di questo paese veneto, magari contagiasse anche la lontana Calabria.
L'importante che Vallone (ricordiamo avvocato di professione) e colleghi calabri lo sappiano: DE-EQITALIZZARE è possibile. Anche questo esempio come quello del sindaco Tripodi di Polistena sulla questone Imu, se emulato può essere un altra buona occasione per dimostrare di meritare i voti ricevuti.
Davide Pirillo
Coordinatore Regionale
Forza Nuova - Calabria