(ASI) Mentre gran parte della stampa e parte del mondo politico esultano per la sentenza di Cassazione per cui "coppie dello stesso sesso possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata", Francesco D'Agostino, presidente dei Giuristi cattolici italiani, è critico e pone l'accento sul valore sociale e "plurimillenario" del matriomio naturale.
Tale sentenza per il giurista non creerebbe "nuova consapevolezza del valore del rapporto di coppia omosessuale quanto, piuttosto, una continua e, sembra, inarrestabile perdita di valore dell'essenza del matrimonio in quanto tale". D'Agostino lancia poi un allarme poichè "quanto piu' il matrimonio viene interpretato come un'esperienza eticamente ed antropologicamente fragile, e priva comunque di un grande spessore sociale, tanto più diventa facile equiparare al matrimonio esperienze di rapporto - come quella omosessuale - che, con il matrimonio autentico, hanno ben poco a che fare, ma che possono diventare apparentemente simili al matrimonio quando il matrimonio eterosessuale viene progressivamente svuotato di senso, di valore o di dignita".
Per D'Agostino il matrimonio dev'essere riconosciuto e tutelato per la sua funzione sociale. "E’ quell’istituzione che garantisce l’ordine generazionale e costruisce la famiglia come identità intergenerazionale. Ovvero - prosegue D'Agostino -, assicura la continuità del sistema familiare non solo in senso orizzontale (marito-moglie) ma anche verticale (padre-madre, figlio-figlia). Solo una società che fantascientificamente fosse sterile non avrebbe alcuna ragione per riconoscerlo".