(ASI) - Il governo italiano ha deciso di interrompere l’accompagnamento navale alla Global Sumud Flotilla, il convoglio formato da imbarcazioni civili, partito con l’obiettivo di raggiungere Gaza e consegnare aiuti umanitari. La decisione comunicata da Roma nelle ultime ore, riguarda il tratto di mare a partire da 150 miglia nautiche dalla costa della Striscia: oltre quella linea, le navi italiane non scorteranno più i partecipanti, per evitare il rischio di un confronto diretto con la marina israeliana.
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha motivato la scelta con l’esigenza di non esporre il personale militare a incidenti in acque particolarmente sensibili. Il governo ha comunque ribadito di monitorare la situazione, assicurando assistenza consolare agli attivisti e ai parlamentari italiani presenti a bordo. Il convoglio, che include imbarcazioni provenienti da diversi Paesi e trasporta attivisti pro-palestinesi, parlamentari e materiali di prima necessità, si avvicina infatti a una delle aree più sorvegliate del Mediterraneo. Il The Guardian e Le Monde hanno confermato che nelle ultime ore, la flottiglia è stata oggetto di azioni di disturbo da parte di unità navali israeliane, con manovre di accerchiamento e interferenze sulle comunicazioni radio.
La premier Meloni, attraverso dichiarazioni riprese dalle agenzie stampa internazionali, ha invitato gli organizzatori a interrompere la missione, avvertendo che la prosecuzione dell’iniziativa potrebbe compromettere i fragili equilibri diplomatici in Medio Oriente. La leader di Fratelli d’Italia ha sottolineato che l’Italia non intende avallare azioni che possano essere interpretate come provocatorie da Israele e che l’impegno del governo resta concentrato sul piano politico e umanitario. Il caso si inserisce in un contesto delicato, con l’Italia sottoposta a pressioni interne ed esterne: da un lato, la componente più vicina a posizioni filo-israeliane all’interno della maggioranza ha accolto con favore la scelta di fermare l’accompagnamento militare. Dall’altro, settori dell’opposizione e parte della società civile hanno sottolineato il carattere umanitario della missione, criticando la rinuncia a fornire piena protezione.
Intanto, mentre la flottiglia prosegue la rotta, cresce l’attesa per la reazione di Tel Aviv. Israele non ha mai nascosto l’intenzione di impedire l’arrivo di navi dirette a Gaza, adducendo motivazioni legate alla sicurezza. L’interrogativo riguarda ora le modalità di un eventuale intervento: un abbordaggio forzato, come accaduto in episodi precedenti, rischierebbe di accendere nuove tensioni e di generare un incidente diplomatico con i Paesi europei coinvolti.
La sospensione dell’accompagnamento navale da parte di Roma rappresenta quindi un passaggio cruciale, in cui l'Italia intende evitare incidenti diplomatici e militare con Israele, pur dichiarando di voler continuare a tutelare i propri cittadini impegnati nella missione.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



