(ASI) Eventi climatici estremi, fondi insufficienti e una burocrazia che rallenta tutto: è questo lo scenario che preoccupa il mondo agricolo italiano. A parlarne è Andrea Tiso, presidente della Confeuro, che in una intervista ha tracciato una panoramica lucida e critica sull’attuale sistema di gestione delle calamità naturali.
AgriCat: un modello inadeguato
"AgriCat non ha funzionato", afferma Tiso, riferendosi allo strumento creato dal governo per affrontare le emergenze climatiche. "Servono misure diverse e più solide". In particolare, l’alluvione in Emilia-Romagna ha messo in luce gravi carenze organizzative e gestionali, rendendo evidente la necessità di una riforma strutturale.
Cambiamenti climatici e frequenza degli eventi catastrofali
La frequenza degli eventi estremi – alluvioni e siccità in primis – mette sotto pressione le aziende agricole da nord a sud. "Non si può più contare su normative obsolete e su ristori tardivi", sottolinea Tiso, "occorre un fondo strutturale dedicato al comparto agricolo". L’agricoltura, ricorda, è un settore che dipende direttamente dalle condizioni meteorologiche, e per questo non può essere trattata come una semplice attività produttiva.
La proposta di Confeuro: riformare la PAC
Confeuro propone una revisione della Politica Agricola Comune (PAC), con l’introduzione di un terzo pilastro dedicato alle assicurazioni agricole. "Se non interveniamo in fretta", ammonisce Tiso, "rischiamo di perdere intere stagioni di raccolto e migliaia di piccole e medie imprese agricole". La chiave è garantire risarcimenti immediati, entro 30-60 giorni dall’evento, per evitare il blocco dell’attività produttiva.
Burocrazia e inefficienze: ostacoli da superare
"La PAC è diventata un mostro amministrativo", dice Tiso con tono diretto. Le procedure complesse paralizzano gli organismi pagatori e i Centri di Assistenza Agricola, rendendo difficile anche l’inoltro delle domande di pagamento. Semplificare è dunque la priorità, insieme alla valorizzazione delle risorse già stanziate per l’agricoltura.
L’agricoltura al centro dell’Europa
"Oltre il 30% del bilancio europeo è destinato all’agricoltura", ricorda il presidente, che invita a tutelare in particolare i piccoli e medi produttori: "Sono loro che fanno davvero la differenza". Per Tiso, l’agricoltura non è solo economia: è anche presidio sociale, sicurezza alimentare e identità territoriale.
L’appello finale
"Servono decisioni rapide e strumenti concreti. Il settore primario non può più aspettare", conclude Tiso. Un messaggio chiaro, destinato non solo al governo italiano, ma anche alle istituzioni europee.
Redazione Agenzia Stampa Italia



