(AS) "Accogliamo con grande favore la sentenza odierna della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che ribadisce un principio fondamentale di civiltà giuridica: anche in presenza di una lista nazionale di "paesi di origine sicuri",
i giudici devono poter valutare caso per caso le domande di asilo e verificare se, in concreto, il paese indicato come "sicuro" garantisca effettivamente la protezione dei diritti fondamentali della persona.
Si tratta di una sonora sconfessione della linea del governo Meloni, che ha fatto della compressione del diritto d'asilo e della costruzione di un sistema di respingimenti automatizzati un pilastro della propria propaganda. Il tentativo dell'esecutivo di svuotare le garanzie giurisdizionali, relegando i giudici al ruolo di meri esecutori delle scelte amministrative, viene smontato da una pronuncia netta che riafferma la centralità della tutela individuale e il ruolo insostituibile della magistratura nella verifica del rispetto dei diritti umani".
È quanto dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
"La decisione della Corte UE – prosegue Barbera – smaschera l'impianto ideologico e autoritario della politica migratoria di questo governo, fondato su accordi esternalizzati come quello con l'Albania e su una lista arbitraria di paesi "sicuri" che spesso lo sono solo sulla carta. È del tutto evidente che la sicurezza di un paese non può essere valutata in astratto né presunta, soprattutto quando riguarda persone che fuggono da situazioni di persecuzione, discriminazione o violenza".
"Il governo Meloni – conclude Barbera – subisce oggi una sconfitta politica e giuridica che mette in discussione l'intero impianto delle sue politiche sui migranti. È ora di dire basta a un approccio disumano che tratta chi cerca asilo come un problema di ordine pubblico e non come un essere umano titolare di diritti. È tempo di cancellare accordi vergognosi e leggi discriminatorie, e costruire – in Europa e in Italia – un sistema di accoglienza giusto, rispettoso della dignità e dei diritti delle persone. La sentenza della Corte europea è un monito per il governo italiano e una speranza per chi lotta per un' Europa dei diritti e della solidarietà".



