(ASI) - La nuova startup politica Drin Drin nel giro di un anno arriva quasi a quota 14.000 iscritti, rivelandosi una sorpresa non troppo annunciata.
Nata ufficialmente a settembre 2024 da un’idea dell’imprenditore Alberto Forchielli e dell’economista Michele Boldrin si definisce un incubatore politico fondato su pragmatismo, con l’obiettivo dichiarato di creare un nuovo partito politico entro la fine dell’estate 2025, in grado di affrontare i problemi che affliggono il nostro Paese. Il cambiamento proposto da Drin Drin, si basa concettualmente su tre pilastri del cambiamento: innovazione e competitività per crescere, immigrazione regolata e integrata come risorsa e riforma dello stato sociale. Quest’ultimo punto si costituisce di interventi piuttosto audaci che tra le altre proposte, prendono di petto la Pubblica Amministrazione, le pensioni, la fiscalità e la sostenibilità anche nucleare.
Punti brevi e concreti nella proposta del movimento Drin Drin, che affronta la scena politica italiana con coraggio e audacia. Nato a partire dal 2023 attraverso l’interazione informale tra gruppi civici e comitati sparsi in alcune città italiane come Milano, Napoli, Bologna e Perugia, presto si trasforma in associazione politica nel 2024 con la pubblicazione del Manifesto Drin Drin. Il bacino dei simpatizzanti di Drin Drin è piuttosto variegato: molti giovani con esperienze nei movimenti, studenti, precari, insegnanti, lavoratori della cultura e dell’ambiente. Ma anche cittadini maturi delusi dalla politica, che vedono in Drin Drin una nuova possibilità di rinascita dal basso. All’opposto, i detrattori la considerano una bolla metropolitana d’élite, priva di reale radicamento nel paese reale, incapace di parlare alle periferie e al ceto medio in sofferenza. L’esposizione mediatica dell’associazione viene seguita con maggiore interesse da parte dei giornali indipendenti e dalla stampa progressista, mentre viene quasi ignorata dal mainstream. I social sono il principale strumento di comunicazione, ma Drin Drin ha scelto di puntare su mailing list, podcast e assemblee pubbliche.
La nascita di Drin Drin inevitabilmente riporta alla mente quella del Movimento 5 Stelle, con il quale condivide numerosi analogismi, anche se le strategie politiche sono molto diverse. Mentre il M5S è nato come reazione impulsiva alla politica tradizionale, Drin Drin sembra avvicinarsi alla politica in maniera più soft senza negarne il valore e il principio, ma semplicemente contestandone le forme e l’efficacia. La sua accattivante “leggerezza organizzativa” tuttavia coccia con il rischio di autoreferenzialità e soprattutto con la frammentazione territoriale. Pertanto è ancora presto per dire se riuscirà a emergere e incidere realmente sulla politica nazionale.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



