(ASI) "Esprimiamo piena solidarietà alle comunità colpite dagli incendi che stanno devastando in questi giorni ampie aree del Lazio, dalla Sabina ai Castelli Romani, passando per territori agricoli, boschivi e collinari ridotti in cenere.
Ma non si tratta solo di una tragedia locale: roghi violenti e fuori controllo stanno colpendo vaste zone del Paese, aggravando una crisi ambientale sempre più profonda e sistemica.
Ci troviamo di fronte all'ennesima emergenza annunciata. Le fiamme che oggi divorano il nostro patrimonio naturale sono il risultato diretto di anni di abbandono del territorio, del progressivo smantellamento della forestazione pubblica e dei servizi antincendio, della riduzione del personale e dei fondi destinati alla prevenzione. A ciò si sommano gli effetti sempre più devastanti della crisi climatica: ondate di calore estreme, lunghi periodi di siccità, venti caldi e instabilità atmosferica trasformano le campagne e le colline lasciate all'incuria in veri e propri inneschi pronti a esplodere.
Dietro questi incendi non ci sono solo il caso o la fatalità: in troppi casi si tratta di azioni dolose, che trovano terreno fertile in politiche urbanistiche permissive, nella mancanza di controlli, nella cultura dell'emergenza che si sostituisce a quella della prevenzione. È scandaloso che ancora oggi non vi sia una tutela reale e duratura delle aree colpite dal fuoco, e che permangano spiragli normativi che rendono possibile la speculazione edilizia sulle macerie ambientali.
Occorre una svolta radicale. Bisogna ricostruire una presenza pubblica sul territorio, reinvestire nella prevenzione e nella cura dei boschi, rafforzare il presidio ambientale, rilanciare una pianificazione ecologica che metta al centro la tutela dei beni comuni. Serve una legge nazionale che vieti in modo assoluto ogni trasformazione urbanistica e ogni edificazione nei territori colpiti dagli incendi per almeno vent'anni. Ma soprattutto, è indispensabile una strategia pubblica, coerente e vincolante contro i cambiamenti climatici, che affronti le responsabilità delle politiche liberiste e metta al centro la giustizia sociale e ambientale.
Non possiamo più permettere che ogni estate si trasformi in un bollettino di guerra contro la natura. La lotta per la difesa dell'ambiente, contro il saccheggio del territorio e per un futuro sostenibile è parte integrante del progetto di trasformazione sociale che continuiamo a portare avanti, nelle istituzioni e nei territori, insieme ai comitati, ai movimenti e a tutte le forze che resistono alla logica della devastazione e del profitto.
È quanto dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale e co-Segretario romano di Rifondazione Comunista.



