(ASI) "Mentre milioni di persone fanno fatica a curarsi, a mandare i figli a scuola, a pagare l'affitto o a trovare un lavoro stabile, Giorgia Meloni rilancia la retorica bellicista: "Se vuoi la pace, prepara la guerra". E lo fa sul serio. Il suo governo vuole portare la spesa militare al 3,5% del PIL e quella per la cosiddetta "sicurezza" all'1,5%: oltre 115 miliardi di euro all'anno per armi, forze armate, polizia e altro.
Una cifra gigantesca che pagheremo con nuovi tagli alla sanità pubblica, alla scuola, ai trasporti, alle politiche per la casa e per il lavoro. Altro che pace: Meloni sta preparando un'economia di guerra permanente, al servizio della NATO e dell'industria bellica. Spaccia il riarmo per "difesa" e la militarizzazione per "prevenzione dei conflitti", mentre distrugge lo stato sociale e aumenta la repressione interna. È una scelta ideologica, antisociale e classista: garantire profitti a chi produce armi, e manganelli per chi protesta. È un attacco diretto a chi lavora, studia, si ammala, vive in povertà. Noi diciamo no a questa deriva autoritaria e militarista. Non ci faremo trascinare in nuove guerre, non accetteremo che la crisi sociale venga affrontata con il bastone e l'elmetto.Ogni euro per le armi è un furto alla vita, un'offesa alla dignità. Vogliamo ospedali, scuole, case e diritti. Non missili, repressione e caserme".
Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.



