(ASI)Matera - La Fima (Federazione italiana movimenti agricoli) organizza a Matera per mercoledì 22 febbraio alle ore 16.00 il dibattito “Dall’ emergenza ad una nuova idea di agricoltura” presso l’istituto Agrario “G.Briganti”. L’ incontro e’ stato presentato dal giovane sodalizio, sabato 18 Febbraio, in una conferenza stampa in cui erano presenti il Coordinatore FIMA, Saverio De Bonis, Paolo Rubino (Presidente tavolo verde Puglia e Basilicata) e Don Basilio Gavazzeni (Presidente Fondazione Antiusura).
Il giorno del convegno si aggiungeranno anche l’ assessore regionale all’agricoltura Rosa Mastrosimone e il consigliere regionale già assessore all’agricoltura Roberto Falotico. Moderatore Francesco Persiano, giornalista tgnorba24.
“La crisi e’ un’ occasione per scegliere - afferma Saverio De Bonis, coordinatore nazionale Fima - c’e’ troppa parcellizzazione della rappresentanza agricola ed e’ necessaria una nuova organizzazione per essere primari non solo nell’ economia, ma anche nella politica. Se il dilemma - continua - in questo frangente di gravi difficoltà della finanza pubblica e’ quello di dimostrare di avere idee per la crescita del Paese, l’ agricoltura puo’ avere finalmente il ruolo che merita, quello di bene pubblico. Accettare passivamente il suo sacrificio, significa sacrificare la vita”.
“Questo settore - prosegue Don Basilio Gavazzeni, presidente della fondazione antiusura - deve essere parte della cittadinanza attiva ed e’ per questo che bisogna incentivare l’ ingresso dei giovani in un mondo disperso e diviso. La chiesa - conclude - non puo’ chiamarsi fuori dall’ allarme lanciato da questa federazione che vuole allargare il concetto di agricoltura mettendo al centro l’ uomo, la natura e la sussidiarietà. Lo stato deve considerare il loro reale valore”.
“Non si deve parlare di agricoltura solo in concomitanza di eventi calamitosi – dice Paolo Rubino del tavolo verde di Puglia e Basilicata – Il decreto Cresci-Italia del Governo Monti -continua - invece di incentivare lo sviluppo sta, piuttosto, decretando la chiusura di molte aziende agricole sotto il peso delle accise sui carburanti e delle tasse sui mezzi di produzione. Le rivolte dei Forconi in Sicilia e dei pastori in Sardegna - sottolinea - sono soltanto un processo naturale di questa deriva economica e sociale”.
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