(ASI)"Ancora una tragedia annunciata nelle carceri italiane.Ieri sera un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Rebibbia, portando a 29 il numero dei suicidi nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno. È l'ennesimo drammatico segnale di un sistema penitenziario al collasso, che continua a violare i diritti fondamentali della persona e a calpestare il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Rebibbia, come tutte le carceri romane, vive una condizione di cronico sovraffollamento.
A fronte di una capienza regolamentare di circa 2.400 posti, i detenuti presenti a Roma superano abbondantemente le 3.000 unità, costretti in celle sovraffollate, senza reale accesso a percorsi rieducativi e privi di un adeguato sostegno psicologico. Una situazione insostenibile, che diventa tragica per chi si trova in condizioni di particolare fragilità. Il suicidio di ieri non è una fatalità. È l'esito di una politica carceraria miope, repressiva e disumana, che da anni ignora gli appelli delle associazioni, dei garanti, degli operatori del settore. La politica – tutta, da destra a centrosinistra – ha preferito rincorrere pulsioni securitarie piuttosto che affrontare con serietà una vera riforma del sistema penitenziario. Si parla solo di "sicurezza" e "tolleranza zero", ma si tace sul fatto che in carcere si muore, si impazzisce, si viene abbandonati. A ciò si aggiunge il gravissimo problema della carenza di posti nelle REMS (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza), che costringe persone con disturbi psichiatrici, incompatibili con la detenzione, a rimanere in carcere, dove le cure sono insufficienti o del tutto assenti. È inaccettabile che la mancanza di strutture adeguate trasformi le carceri in vere e proprie discariche sociali, dove si reclude chi avrebbe invece bisogno di assistenza. È ora di dire basta all'ipocrisia e all'indifferenza. Ogni suicidio in carcere è una sconfitta dello Stato, della politica e della società intera". Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale e co-Segretario della Federazione romana di Rifondazione Comunista.