(ASI) Dopo aver annunciato il sostegno al Comune di Frontone nella battaglia contro la chiusura della filiale di Intesa Sanpaolo, Uncem scende in piazza. Come a Monticello d'Alba due anni fa e nel 2024 a Bobbio Pellice.
La chiusura della filiale Intesa Sanpaolo a Frontone non è solo l'ennesima decisione aziendale che penalizza le aree montane, ma un segnale allarmante di una più ampia tendenza all'abbandono dei territori interni da parte dei grandi istituti di credito. Uncem Marche e Uncem nazionale, dopo aver denunciato pubblicamente questa scelta, passa ora all'azione: martedì 25 marzo, alle ore 11, in Piazza del Municipio a Frontone (PU), insieme all'Unione Montana Catria Nerone e all'amministrazione comunale, manifesterà per difendere il diritto della comunità locale ad avere accesso a servizi essenziali. Sarà presente, con tutti i Sindaci, il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone.
"Non ci siamo limitati a denunciare l'ingiustizia della chiusura dello sportello bancario: ora siamo sul campo, con i cittadini, per far sentire la nostra voce" - dichiara Giuseppe Amici, Presidente di Uncem Marche. "Questa non è solamente una battaglia simbolica, ma una necessità concreta per il futuro delle aree interne. L'assenza di una banca rappresenta un colpo durissimo per imprese, famiglie e anziani, mettendo a rischio la tenuta sociale ed economica del territorio. Rinnovo l'appello ad ANCI Marche affinché si unisca s questa iniziativa che non riguarda solo Frontone, ma tutte le aree montane e interne che rischiano di essere progressivamente private di servizi essenziali".
"La nostra presenza a Frontone martedì 25 marzo dimostra che non ci fermiamo alla protesta scritta: pretendiamo risposte e soluzioni - aggiunge Giancarlo Sagramola, Vicepresidente di Uncem Marche - l'atteggiamento di Intesa è miope e ignora il valore della presenza di servizi bancari nelle zone montane e il ruolo strategico che una banca dovrebbe avere nel sostenere il tessuto economico locale".
Il sindaco di Frontone, Daniele Tagnani, non usa mezzi termini: "Stiamo assistendo all'ennesima decisione calata dall'alto, presa senza un confronto con il territorio. Questa non è una semplice razionalizzazione, è un segnale di disinteresse nei confronti di comunità che, al contrario, avrebbero bisogno di maggiore attenzione e investimenti. Chiediamo ai cittadini, alle imprese e alle associazioni di partecipare alla manifestazione per dimostrare che non accettiamo passivamente questa scelta. Se permettiamo che un servizio essenziale venga cancellato oggi, quale sarà il prossimo a scomparire?".
La mobilitazione di martedì 25 marzo sarà un'occasione per ribadire che i territori non possono essere lasciati indietro e che la responsabilità sociale di un grande istituto bancario non può essere subordinata esclusivamente alla logica del profitto. La difesa dei territori non è solo una questione locale, ma una battaglia per garantire a tutti i cittadini pari dignità e opportunità. È il momento di dimostrare con i fatti che le comunità montane non si arrendono. "E faremo fare retromarcia alle banche - precisa Bussone - come avvenuto in altri territori. Hanno miliardi e miliardi di utili ogni anno, assurdamente scelgono di chiudere gli sportelli. E poi, nell'imbarazzo, scelgono di tornare. Perché i clienti spostano i conti correnti. Così le banche che se ne vanno, che sbattono la porta in faccia ai territori, capiscono la follia della scelta. E tornano indietro. A Frontone, spiegheremo alle banche che restare è un segno di civiltà. E diremo NO alle assurde proposte di usare i servizi bancari che loro attivano nei tabaccai o nelle edicole. Ennesima follia che la politica e le Istituzioni devono contrastare. Non ci facciamo prendere in giro da chi i territori proprio non li conosce. Sindaci e cittadini in piazza. Per spiegare alle banche come è fatta l'Italia".