Tra il 2026 e il 2030, inoltre, andranno in pensione 35.600 medici e 66.670 infermieri: chi coprirà il vuoto ulteriore che lasceranno?
Aodi: «Sistema sanitario a rischio collasso: carenza di medici e infermieri già gravissima e irrisolta da anni, condizioni di lavoro insostenibili e troppe barriere per i professionisti stranieri, sia italiani sia di origine straniera»
(ASI) Roma - L'Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l'Unione Medica Euromediterranea (UMEM), l'Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini (AISC) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire lanciando un nuovo allarme sulla grave crisi del personale sanitario in Italia, a seguito di aggiornamenti e indagini recenti che confermano una situazione in continua evoluzione. A causa della crescente carenza di professionisti sanitari, la tenuta del sistema sanitario nazionale è sempre più messa a dura prova.
"Stiamo assistendo a una vera e propria emergenza strutturale, una crisi che si sviluppa come un enorme grattacielo senza fondamenta che sta crollando su se stesso", dichiara, accanto ai Direttivi delle Associazioni, il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI e Uniti per Unire, Direttore dell'AISC, membro del Registro Esperti FNOMCEO, quattro volte consigliere dell'OMCeO di Roma e docente dell'Università di Tor Vergata. "Il sistema sanitario italiano è un gigante dai piedi di argilla, un sistema che rischia di implodere sotto il peso di un'organizzazione inefficiente e sottofinanziata".
L'ALLARME DEI NUMERI: IL PENSIONAMENTO E LA FUGA ALL'ESTERO
Secondo le stime più recenti, dal 2026 al 2030 andranno in pensione ben 35.600 medici e 66.670 infermieri. Un vuoto davvero difficile da colmare alla luce della crisi attuale. Questa emorragia di risorse umane è aggravata dal fatto che, entro il 2027, il fabbisogno totale di medici in Italia sarà di circa 125.000 unità, mentre quello degli infermieri ammonta a circa 60mila.
Il fenomeno della fuga dei medici italiani verso l'estero è ormai una realtà incontestabile: il 70% degli specializzandi italiani dichiara di voler cercare opportunità lavorative all'estero, con la conseguente perdita di un capitale umano altamente qualificato. "La fuga dei medici italiani è il sintomo più evidente di una crisi che non viene affrontata da decenni. Medici malpagati, sottoposti a turni massacranti e spesso costretti a lavorare in condizioni di grande difficoltà", aggiunge Aodi.
Inoltre, "non possiamo ignorare un paradosso ancora più grande", continua Aodi. "In Italia ci sono migliaia di medici di origine straniera, che sono qui da anni, perfettamente formati e pronti a lavorare. Tuttavia, il 60% di loro non ha la possibilità di partecipare ai concorsi pubblici, il 63% è costretto a lavorare nel settore privato o come liberi professionisti, e solo il 28% riesce ad accedere al servizio sanitario pubblico". Le politiche di reclutamento per i professionisti sanitari stranieri, inoltre, continuano a rimanere ingessate, nonostante le deroghe stabilite dal Decreto Cura Italia e dal Decreto Ucraina che estendono la possibilità di ingresso al sistema pubblico fino al 31 dicembre 2027.
LA CRISI DEI PROFESSIONISTI SANITARI: UNA PANORAMICA ALLARMANTE
Secondo un'indagine condotta da AMSI e Uniti per Unire, il fabbisogno di 125.000 medici e 60.000 infermieri entro il 2027 è solo la punta dell'iceberg di una carenza che riguarda anche altre figure professionali essenziali come i fisioterapisti, con un fabbisogno di circa 30.000 unità. Nonostante gli appelli, i numeri sono impietosi: nel corso degli ultimi cinque anni, oltre 13.300 richieste di professionisti sanitari sono state inoltrate a AMSI, ma la risposta da parte delle strutture sanitarie è stata insufficiente.
La fuga dei medici italiani è alimentata anche dal disallineamento tra le difficili condizioni di lavoro e le prospettive professionali. In particolare, regioni come Lazio (15.000 medici mancanti), Veneto (10.000), Piemonte (10.000), ma anche altre aree del Paese come Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Campania stanno affrontando difficoltà sempre più gravi. "Le difficoltà per i professionisti stranieri sono altrettanto gravi. Il sistema è ostacolato da enormi barriere burocratiche, come l'obbligo della cittadinanza, che impedisce loro di lavorare nel sistema pubblico nonostante l'alto livello di formazione e l'esperienza maturata in Italia", denuncia Aodi.
LE PROPOSTE DI AMSI ,UMEM ,AISC E UNITI PER UNIRE PER AFFRONTARE LA CRISI
Per rispondere in maniera adeguata a questa emergenza, i nostri movimenti hanno lanciato un pacchetto di proposte urgenti e strutturali, che potrebbero risolvere almeno in parte la carenza di professionisti sanitari e migliorare le condizioni generali del sistema sanitario nazionale. "È necessario adottare misure immediate per scongiurare il collasso del sistema sanitario pubblico", hanno sottolineato le associazioni internazionali facendo il confronto sempre con gli altri paesi e prendendo in considerazione tutte le criticità della sanità italiana.
- Abrogazione delle barriere burocratiche per permettere ai medici stranieri di accedere ai concorsi pubblici, favorendo l'integrazione di professionisti qualificati, già formati in Italia, nel sistema sanitario nazionale.
- Aumento delle borse di specializzazione, con un focus sulle aree maggiormente carenti come ,area di emergenza ,pronto soccorso ,radiologia ,anestesia ,fisiatria , pediatria e ortopedia, per garantire un sufficiente numero di specialisti nel prossimo decennio.
- Miglioramento delle condizioni salariali e lavorative: aumento degli stipendi e miglioramento delle condizioni di lavoro, con politiche che incentivino l'ingresso di giovani medici e professionisti sanitari nelle strutture pubbliche e nei servizi di base.
- Riforma del sistema di assunzioni, per favorire l'ingresso dei giovani medici, infermieri e fisioterapisti, ma anche l'adeguamento dei contratti di lavoro per ridurre il precariato e migliorare la stabilità occupazionale.
- Investimenti nella formazione continua e nel miglioramento delle strutture sanitarie, affinché il sistema sanitario nazionale diventi più efficiente, moderno e in grado di rispondere adeguatamente alla crescente domanda di assistenza sanitaria.
- Combattere le aggressioni e la medicina difensiva
- Eliminare l'incompatibilità
- Occorre tutelare il rispetto reciproco tra tutti i professionisti della sanità senza invasione di campo in particolare ricordare che la diagnosi e la cura è di competenza medica
- Collaborazione tra la sanità pubblica e privata senza guerre sterili
- 10 Combattere le diseguaglianze per le autorizzazioni sanitarie ed i requisiti minimi nella sanità pubblica, privata e presso le farmacie.
"Per ogni medico e infermiere che va in pensione, dobbiamo essere in grado di garantire un sistema sanitario che sappia accogliere e supportare nuovi professionisti, siano essi italiani o stranieri, e che dia loro gli strumenti necessari per lavorare in modo dignitoso", conclude Aodi.
RIEPILOGO INDAGINE AMSI. LE CRITICITÀ DEL SISTEMA SANITARIO LEGATE ALLA CARENZA DI PROFESSIONISTI
PENSIONAMENTI. Personale sanitario. Dal 2026 al 2030 in pensione 66.670 infermieri e 35.600 medici.
Negli ultimi mesi, AMSI e Uniti per Unire hanno raccolto dati allarmanti:
-Oltre 1.000 reparti ospedalieri hanno ridotto l'attività o chiuso temporaneamente, specialmente in chirurgia, pediatria e ortopedia.
-Il taglio dei posti letto ha raggiunto il 10-15% su scala nazionale, con attese sempre più lunghe per visite e interventi.
-Medici e infermieri italiani continuano a lasciare il Paese, attratti da stipendi più alti e migliori condizioni di lavoro all'estero.
-Il 70% degli specializzandi italiani dichiara di voler cercare opportunità fuori dall'Italia.
-Il 60% dei medici stranieri formati in Italia non riesce a entrare nel SSN a causa di barriere burocratiche.
Entro il 2029 potrebbero mancare circa 13.000 farmacisti nelle farmacie italiane
In Italia, anche la carenza di farmacisti è una problematica crescente. Secondo i dati Eurostat del 2022, l'Italia occupa il secondo posto in Europa per numero di farmacisti ogni 100.000 abitanti, con una stima di 135,6 professionisti. Tuttavia, nonostante questo alto numero, si registra una crescente difficoltà nel reperire farmacisti, con il 73% delle imprese che ha segnalato difficoltà nel 2023. Inoltre, il numero di laureati in farmacia è diminuito del 20% negli ultimi cinque anni, con una crescente preferenza per carriere nell'industria farmaceutica, attratta da orari più flessibili e stipendi più elevati. Le previsioni indicano che entro il 2029 potrebbero mancare circa 13.000 farmacisti nelle farmacie italiane, considerando che tre anni fa i posti vacanti erano già 10.000. Questo scenario solleva preoccupazioni sulla capacità del sistema sanitario italiano di garantire un'adeguata assistenza farmacologica alla popolazione.
«Senza un intervento immediato, il Servizio Sanitario Nazionale sarà destinato al collasso. O si agisce ora, o tra pochi anni non avremo più medici né infermieri a sufficienza per garantire cure adeguate», avverte Aodi.
Così il fabbisogno di ogni regione di medici entro il 2027: Lazio (15mila), il Veneto (10mila), Piemonte (10mila), Lombardia (9mila), Emilia Romagna (8mila), Puglia (7mila), Toscana (4mila), Campania (4mila), Sicilia (4mila), Molise (4mila), Abruzzo (3mila), Liguria (3mila), Umbria (3mila) , Marche (3mila), Calabria (3mila), Friuli Venezia Giulia (3mila), Sardegna (2mila) , Basilicata (2mila), Valle d'Aosta (2mila) e Trentino Alto Adige (1mila).
LE PROPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI
-Eliminare le barriere burocratiche per i medici stranieri, permettendo loro di partecipare ai concorsi pubblici.
-Aumentare il numero di borse di specializzazione per coprire le branche più carenti.
-Rendere più attrattivo il SSN con stipendi adeguati e migliori condizioni di lavoro.
-Investire nella formazione e nelle assunzioni per ridurre il precariato e l'abuso di contratti a tempo determinato.
DATI STATISTICI – SPECCHIETTO RIEPILOGATIVO
-Fabbisogno medici entro il 2027: 125.000
-Fabbisogno infermieri entro il 2027: 60.000
-Fabbisogno fisioterapisti: 30.000
-Reparti ridotti o chiusi nel 2024: 1.000+ (oltre 1000)
-Posti letto tagliati: 10-15% su scala nazionale
-Medici italiani in fuga all'estero: +30% negli ultimi 5 anni
-Medici stranieri bloccati dal SSN: 60% esclusi dai concorsi pubblici
-Specializzandi italiani che vogliono emigrare: 70%
Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all'albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, con il Dr. Jamal Abo A. - Vice presidente Amsi, il Dr. Mihai Baleanu - Portavoce Amsi, il Dr. Kamran Paknegad - Segretario Generale Amsi, Dr.ssa Eugenia Voukadinova - Vice Segretario Generale Amsi, e ancora i vicepresidenti di Uniti per Unire, Prof.ssa Laura Mazza e Federica Federici, con Kamel Belaitouche Coordinatore Organizzativo, Dott. Fabio Abenavoli Responsabile Cooperazione Internazionale dei Nostri Movimenti, con il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni "Podologi" e "Nuove Generazioni" di AMSI, Uniti per Unire e UMEM.