Strumentalizzare la data del 10 Febbraio, il GIORNO DEL RICORDO PER I MARTIRI DELLE FOIBE, è il comportamento più triste e scorretto che i cosiddetti politici politicanti possono fare per acquisire visibilità.
Mentre sul sito internet ufficiale di Futuro e Libertà viene indicato col termine “surreale” manifestare contro i crimini del comunismo, mentre viene affermato che in tempi di grave crisi finanziaria “non è importante” porre l’attenzione a quei gravi fatti taciuti per anni, mentre, dunque, a livello nazionale si affermano siffatte sconsideratezze, nella nostra rossa Umbria si dà notizia della nascita di un COMITATO di FLI che coordinerà le iniziative del partito a livello locale in merito alla ricorrenza del 10 Febbraio, iniziative promosse dalla coordinatrice regionale Carla Spagnoli alla presenza del coordinatore nazionale Roberto Menia.
La commemorazione delle Foibe è una giornata a cui tutti i cittadini italiani, anche quelli che si professano antifascisti, devono portare rispetto, perché finalmente anche gli eccidi perpetrati dai comunisti di Tito non sono più sconosciti.
Sessant’anni di silenzio su fatti drammatici che hanno visto gli esuli italiani del Friuli, dell’Istria e della Dalmazia barbaramente “infoibati” fino a farne perdere la reale quantità numerica, impongono oggi attenzione e massima divulgazione della verità. Esigono a maggior ragione, però, deferenza da parte di chi, per tradizioni storico politiche, si è sempre dichiarato anticomunista.
Pertanto, mentre plaudo alle iniziative volte alla divulgazione dei fatti e ad onorare i martiri, come stiamo facendo noi de LA DESTRA in buona parte d’Italia con presentazioni di libri, fiaccolate, gazebo oltre a interventi televisivi, nel contempo disapprovo l’uso indecoroso che ne stanno facendo i dirigenti umbri di Futuro e Libertà, che esorto ad astenersi dall’utilizzare il 10 FEBBRAIO ai fini di una sterile propaganda volta a tentare di giustificare le loro attuali discutibili e mistificanti posizioni politiche. Ma forse pretendere coerenza da FLI, almeno in questo caso, è chiedere troppo.
Perugia, 08 Febbraio 2012