(ASI) Intervistiamo l'imprenditore Stefano Tardugno, già dirigente di Alleanza Nazionale, oggi presidente dell'Unione Patriottica, una storica sigla risorgimentale, oggi rinnovato movimento indipendente, presente in tutte le regioni ma radicato sopratutto in Lombardia, Piemonte e Liguria, politicamente vicino a Fratelli d'Italia (in particolare all'eurodeputato Mario Mantovani).
D - Da patriota italiano e attento analista politico, come giudica la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA?
R - Trump non è più il vincitore estemporaneo del 45mo mandato tutto “palle e muscoli”, oggi è un politico che ha preparato per quattro anni il proprio ritorno, anni complicati dalla convinzione che gli sia stata rubata conferma nel 2020; il prodotto di questa “traversata nel deserto” sarà una 47ma presidenza fortemente politica.
Non si tratta più di rimpatriare qualche clandestino e mettere più o meno filo spinato alla frontiera con il Messico: America First è perseguire l’interesse americano puro e forgerà un nuovo ordine mondiale in parallelo con le altre due potenze: Russia e Cina.
A ciò l’Unione Europea non è pronta.
Per quanto ci riguarda da più vicino placherà la bulimia della NATO verso i Paesi dell’Est, che tanti danni ha fatto negli ultimi 30 anni e ciò sarà molto positivo. Se l’Unione Europea nel giro di un anno non cesserà di essere una consorteria di burocrati ed affaristi per diventare l’Unione delle Patrie e delle tradizioni dei suoi Stati membri non può aspirare ad avere alcun ruolo nel futuro assetto mondiale.
D - Anche alle recenti elezioni regionali tedesche e a quelle politiche in Austria, avanza l'estrema destra populista e xenofoba al 30%, più di Fratelli d'Italia...
R - Populista è un termine sbagliato, un sintomo della decadenza qualitativa del dibattito: se non si cessa di analizzare politica e società attraverso gli “ismi”si seguiterà a non comprenderle, accelerando il tracollo, cosa che sta accadendo alla sinistra liberal. Si deve tornare ai valori ed alla concretezza che dagli anni 2000 sono stati accantonati, ritenuti vecchi e derisi in favore di una globalizzazione che ci sta portando al baratro. Sin dall’era Clinton – Blair si è affidata la guida del cosiddetto, avido, Occidente a vili speculatori allo scopo conquistare il mercato dei “miliardi di consumatori” orientali, i quali però si ambiva far lavorare per un dollaro al giorno ed un pugno di riso. Il risultato non poteva che essere il tracollo della produzione occidentale, con i nostri imprenditori e lavoratori costretti ad inseguire i prezzi orientali in un dumping per noi impraticabile, dunque inevitabilmente perdente!
Nel frattempo si moltiplicavano esponenzialmente i guadagni dell’alta finanza e la ricchezza veniva drenata dai produttori alla mera speculazione, roba da rimontare le ghigliottine nelle piazze se non fossimo ormai così mollemente decadenti...
Quei produttori impoveriti e privati della propria identità siamo tutti noi, per questo vince la Destra, e dico per fortuna.
Termini come populismo e xenofobia non significano nulla, è ora di capirlo
D - Questa destra moderna ma "forte e chiara" che raccoglie la metà del voto giovanile, sembra essere vincente ma, in Italia, il governo Meloni ha posizioni molto più moderate, quasi centriste...
R - Come dicevamo Austria, Germania ma anche in Francia le percentuali sono anche più alte ma non si può dimenticare che la Meloni è la prima ad avere il privilegio di governare: questo porta anche oneri, tanto più negli anni appena trascorsi nei quali, nonostante la repentina decadenza, a dare le carte erano ancora Biden, Macron e Scholz; basta guardare come si sono stabilite le nomine dei “top Jobs” europei: in totale dispregio delle chiarissime indicazioni del voto popolare alle Europee. La Meloni non è affatto centrista ma la ragion di Stato ha imposto alcune posizioni del Governo: necessarie, obbligate e per certi versi obbligatorie. Eravamo ancora nella fase in cui la Destra per governare doveva dare “rassicurazioni”; sarà anche grazie a questo realismo della Meloni, oltre alla vittoria di Trump, se tutto ciò sarà sempre meno necessario e sempre più facile per i futuri governi occidentali della Destra, via via che prevarranno nelle varie Nazioni.
D - L'Unione Patriottica sostiene, da destra, Fratelli d'Italia, ieri in Liguria, oggi in Emilia Romagna, quali sono i vostri obbiettivi politici?
R - Unione Patriottica, pur indipendente ed apartitica, sostiene Fratelli d’Italia perché è il partito cui siamo più vicini e come valori, per tradizione ma anche stima e fiducia nei confronti di alcune personalità nei massimi livelli del Partito, in particolare ritengo centrale la figura del Presidente Ignazio La Russa. Molti di noi vengono dall’esperienza di Alleanza Nazionale e dalla tradizione del Movimento Sociale, in Liguria abbiamo sostenuto la candidatura dell’amico Augusto Sartori, penalizzato dal modesto risultato complessivo a Genova, ma che sono convinto presto tornerà in auge, anche lui appartiene alla nostra storia. In Emilia Romagna sosteniamo convintamente FdI pur non avendo uno specifico candidato.
Abbiamo rilanciato Unione Patriottica da fine giugno, gli stessi giorni in cui il Presidente Orban varava l’alleanza dei Patrioti Europei ai quali subito abbiamo dato il nostro sostegno: è nostro obbiettivo rappresentare un ponte tra questo mondo, che non intendiamo lasciare appannaggio della Lega -non considerandola credibile- e FdI impegnata a fare da apripista della Destra governativa europea. Parimenti abbiamo sempre parteggiato per Trump ed estendiamo tale sostegno all’azione di Musk ma solo finché lo si potrà considerare un neo futurista: restiamo Dio, Patria e Famiglia e combatteremo sempre qualunque ipotesi trans o post umanista.
D - Milano città, a tutte le ultime elezioni, si è confermata roccaforte del centrosinistra, all'interno di un nord ovest di centrodestra, cosa fare, per conquistare la fiducia della maggioranza dei milanesi, in vista delle prossime comunali?
R - Il doppio mandato Sala è stato talmente nefasto da far rimpiangere il quinquennio Pisapia targato Rifondazione Comunista e, paradossalmente, entrambi hanno devastato la vita delle centinaia di migliaia di cittadini che abitano fuori della Cerchia dei Bastioni; non si può nemmeno più dire ZTL perché quella è stata ormai di fatto estesa a tutto il territorio, fino a Niguarda e Rozzano, per le demenziali logiche del masochismo green.
In 15 anni non si è fatto che togliere alle politiche sociali e della sicurezza per sostenere astrazioni totali circa l’inclusione o a favore della lobby LGBT potentissima a Milano anche grazie a questa gauche caviar.
Le cifre di questa città ormai sono anziani soli ed abbandonati a se stessi, genitori separati alle mense dei poveri (privati) e buche stradali degne di zone minate nelle quali soccombono, sempre per la suddetta logica masochistica, i ciclisti… che poi sono come ci vorrebbe questa Amministrazione: tutti in bici come negli anni ’80, di Pechino però !! Della sicurezza non parlo nemmeno, l’unica è che entrando in città sarai derubato o multato, che nelle condizioni attuali è praticamente la stessa cosa!! Credo che i cittadini milanesi siano pronti a voltar pagina consegnando all’oblio questo ceto politico radical chic, certo però la coalizione di centrodestra non può nuovamente suicidarsi affidandosi ai personaggi inconsistenti -quando non addirittura discutibili- candidati a Sindaco le ultime due volte. Serve coraggio, serve una personalità che sappia scaldare i cuori dei cittadini Milanesi e tornare a parlare con loro! Certo il sogno sarebbe Albertini ma poiché non credo alle riedizioni, rimanendo in quel solco mi verrebbe da suggerire, e suggerirò, la figura di Paolo Del Debbio, già Assessore alle Periferie ed alla Sicurezza oltre che grande comunicatore.
Per quanto riguarda Unione Patriottica stiamo preparando la candidatura al Consiglio comunale dell’Avvocato Max Francioli, nostro vice Presidente che riteniamo la persona più adeguata a portare con la dovuta decisione le istanze sociali e di sicurezza dei Milanesi: un vero mastino...
Intervista a cura di Luca Locatelli