(ASI) «Scegliendo di abbandonare l'incontro col pugile algerino Imane Khelif, biologicamente maschio, Angela Carini ha dato al Comitato Olimpico Internazionale e a tutto il mondo sportivo una straordinaria testimonianza di coraggio e di integrità umana e sportiva.
È stato infatti profondamente ingiusto, da parte del CIO, ammettere alla competizione un atleta già escluso dai campionati mondiali di boxe da parte dell'International Boxing Association a causa della sua costituzione e prestanza fisica geneticamente maschile. Chiediamo al CONI di esprimere immediata solidarietà ad Angela Carini e tutelare tutte le atlete donne che potrebbero trovarsi in futuro nella stessa situazione di Carini, pretendendo dal CIO la modifica dei regolamenti attuali e l'esclusione dalle competizioni femminili di qualsiasi atleta biologicamente maschio, come chiesto con una petizione di Pro Vita & Famiglia che in meno di 24 ore ha già raggiunto quasi 10.000 firme».
Così in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, sul ritiro dell'atleta italiana Angela Carini dall'incontro col pugile algerino, biologicamente uomo, Imane Khelif, valido per gli ottavi di finale dei pesi Welter alle Olimpiadi di Parigi 2024.