(ASI) Roma – "I cittadini hanno espresso la propria diffidenza verso il progetto europeo, che si sta oggettivamente accartocciando su se stesso. In questi giorni i media si stanno occupando di nomi, di soggetti, ma ci sono delle dinamiche oggettive che rendono difficilmente sostenibile il sistema europeo nella sua struttura.
È necessario un ripensamento delle priorità. I Trattati ci parlano di un'Unione 'sempre più stretta' tra Stati membri. Ma quando sarà 'abbastanza stretta' questa Unione 'sempre più stretta'? Quando vedremo apparire l'Unione Europea non più come processo di transizione ma come istituzione consolidata, con forme definite?".
Lo ha dichiarato il deputato e responsabile economia della Lega, Alberto Bagnai, intervenendo in Aula a Montecitorio in occasione della discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri.
"Il 16 aprile scorso a La Hulpe, Mario Draghi è intervenuto parlando di competitività e ci ha fatto capire la contraddizione del progetto europeo. Dal 1992 in poi, l'Europa ha preso una strada per cui la competizione tra Stati può avvenire solo in termini di costi del lavoro, spostando sul mercato del lavoro il peso dell'aggiustamento macroeconomico. Nei momenti di crisi – ha proseguito Bagnai - l'unica modalità che abbiamo per sostenere le nostre economie nei mercati esteri è abbattere il potere di acquisto delle nostre famiglie, cioè distruggere il mercato comune. Per 10 anni la sinistra ha fatto il lavoro sporco, tagliando spese e investimenti".
"Gli elettori non accettano più che chi è stato parte del problema sia parte della soluzione. In Italia lo abbiamo visto con l'esperienza del Governo Draghi, che ha penalizzato chi lo ha sostenuto. Penso che anche in Francia vedremo qualcosa di simile e avremo un segnale molto importante su quali equilibri politici dobbiamo aspettarci", ha concluso.