(ASI) I motivi che spingono i medici a fuggire dall’Italia sono svariati, e quelli segnalati dalla segreteria AMSI, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia – che li ha raccolti – evidenziano un vero e proprio stato di difficoltà da parte degli operatori sanitari.
Al primo posto la stanchezza, a seguire mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, aggressioni, medicina difensiva, dal punto di vista psicologico mancanza di serenità e di valorizzazione in ambito professionale”, spiegano dall’Amsi.
“Per questo motivo in tanti, tra medici e infermieri, si spostano dal pubblico al privato, e da qui – partendo proprio dal privato – scelgono poi di andare a fare un’esperienza all’estero di tre-quattro anni. Molti desiderano divulgare le loro metodiche di riabilitazione, di interventi chirurgici, di diagnostica, di ricerca nei Paesi del Golfo, dove credono siano presenti delle strutture all’avanguardia tali da poterli aiutare a realizzare questi sogni. Senza dimenticare anche il piano economico, non dimentichiamoci che l’Italia si classifica al decimo posto nel mondo come pagamento, mentre nei paesi del Golfo gli stipendi possono variare tra i 14.000 e i 20.000 euro, a seconda della specializzazione e dell’esperienza del medico. C’è da dire che i medici sono anche stimolati dal fatto di conoscere una nuova cultura, parlare altre lingue, vedere altri ospedali”.
Continua l’indagine Amsi: “Gli operatori sanitari italiani sono i più richiesti dal mondo arabo, ma anche da altri Paesi, perché molto preparati, solidali, riescono a trasmettere una forte sensazione umana di amicizia solidarietà, più di tutti gli altri europei”.
La fuga dei medici dall’Italia ha raggiunto quindi proporzioni preoccupanti, mettendo a dura prova il già fragile sistema sanitario nazionale. “Bisogna iniziare a correggere tutti gli sbagli che sono stati fatti negli ultimi quindici anni. Come AMSI e UMEM denunciamo il fenomeno da tantissimo tempo, perché abbiamo il polso della situazione a livello nazionale e internazionale, sia in entrata, con i professionisti provenienti dalla sanità di origine straniera, sia in uscita, come per tutti gli operatori sanitari che vanno all’estero”.
È urgente un intervento per preservare il sistema sanitario nazionale, soprattutto dopo questi anni emergenziali dove le carenze sono diventate vere e proprie falle da risanare. “Importante in questa fase è iniziare programmare, Che significa? Agire a 360°. Non far lavorare il buon esercito dei medici senza specializzazione, far specializzare i giovani assicurando posti sicuri, tutelare le condizioni economiche (perché bisogna aumentare gli stipendi), valorizzare questi professionisti, rendendoli partecipi delle decisioni organizzative”.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia