Chi di loro ha richiesto spiegazioni in merito ha ricevuto come risposta “seguirà il provvedimento motivato dell’esclusione “. I giovani medici, oltre il carico di stress dell’inizio di un nuovo percorso in un altro Paese, devono affrontare tutti i giorni anche la pressione da parte dell’università di provvedere al più presto con la conversione del permesso di studio in permesso di lavoro, pena esclusione dalla specializzazione, cosa attualmente impossibile per chi vuole iniziare un percorso di formazione inquadrato come borsa studio e che ha ricevuto dal Paese di provenienza un Visto di studio. Tale decisione è stata comunicata tramite decreto aggiuntivo del 23 novembre art 4 comma 4 dal MIUR agli Atenei ma in nessun modo ai medici direttamente interessati da questo provvedimento.”
L’Amsi insieme al Movimento Uniti per Unire esprime il suo rammarico per questo trattamento nei confronti dei giovani colleghi che vengono esclusi da un giorno all’altro e senza preavviso o un minimo di garanzie nonostante frequentassero regolarmente nei reparti ospedalieri a loro assegnati dalla Scuola di Specializzazione.
ln Italia mancano medici, in tutte le specialità, e se il trattamento è questo non ci possiamo lamentare dei “cervelli in fuga” e delle carenze di personale SSN. Amsi ribadisce il suo impegno a sostenere tutti i professionisti della sanità italiani e di origine straniera come fa da sempre. Più di 1000 strutture e dipartimenti e poliambulatori e servizi pubblici e privati non hanno chiuso grazie all’ingresso dei professionisti della sanità di origine straniera; più di 3300 professionisti della sanità italiani hanno chiesto all’Amsi, da maggio del 2023, di volere lavorare all’estero (Paesi del Golfo) con aumento del 60% da settembre; più di 7 mila richieste di professionisti della sanità sono giunte all’Amsi negli ultimi 3 anni, più di 100 mila professionisti della sanità di origine straniera esercitano in Italia con un aumento del 45% di ingressi negli ultimi 3 anni.
Foad Aodi - Agenzia Stampa Italia