(ASI) Il Governo vuole fare cassa sul turismo delle locazioni brevi, una delle poche attività ricettive legate al turismo che sta garantendo economia sui territori.
Tra le iniziative fiscali nella manovra di bilancio è comparso l’aumento dal 21% al 26% della cedolare secca, cosa che ha fatto imbufalire il comparto collegato al turismo che attraverso il suo presidente ha fatto notare come le locazioni brevi abbiano già una tassazione fissa del 21% che si calcola in saldo ed acconto sugli importi lordi, e dunque senza poter scaricare alcuna fattura delle commissioni delle piattaforme online di prenotazione, che in alcuni casi arrivano anche oltre il 20% sul soggiorno. L’aumento al 26% di cedolare secca sugli importi lordi, peserà non poco, tenendo conto che dal secondo anno di attività, un gestore di locazione breve, è tenuto a versare l’ammontare annuo entro giugno e riversare entro novembre l’acconto per i redditi presunti dell’anno successivo. “Il settore degli affitti brevi - ha esordito l’economista Gianni Lepre - è oggi uno dei comparti fondamentali del turismo perché garantisce, nel complesso, una ricettività stampella a quella istituzionale classica”. Il noto economista che tra l’altro è presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi continuato: “Portare la cedolare secca dal 21 al 26% è come voler strangolare questa attività produttiva fondamentale in tutta Italia e non solo nelle più importanti città d’arte. Invece di agevolare la filiera turistica che oggi rappresenta la quota fondamentale del Pil del Sistema Paese, ci si azzarda a fare cassa su uno dei comparti locomotiva del nostro Paese”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Dalla manovra economica auspichiamo risorse congrue per il comparto turistico, e certo non avremmo mai pensato che si potesse mettere mano ad una aliquota fondamentale. Visto i precedenti e questa stagione estiva che ancora non ha chiuso i battenti, sollecitiamo il governo a voler ripensare a questo innalzamento spregiudicato, magari recuperando risorse dai maledetti sprechi della PA che ammontano a 200 mld l’anno. Quella si che è una vergogna incalcolabile”