(ASI) Roma - "L'impegno dei Paesi del G7 di ridurre a zero l'inquinamento da plastica entro il 2040 rappresenta sicuramente un passo avanti importante, considerando che la produzione globale è raddoppiata tra il 2000 e il 2019, passando da 234 a 460 milioni di tonnellate.
L'Italia, però, deve fare la sua parte e impegnarsi per ridurre l'inquinamento attraverso l'economia circolare, con misure che vietino la plastica monouso e non riciclabile, l'introduzione di un sistema fondato sul principio del ‘chi inquina paga’, e una tassa sulla produzione di nuova plastica”. Lo dichiara in una nota la Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Patty L’Abbate. “Nel 2019 – continua L’Abbate - la produzione di rifiuti di plastica non è rallentata e ha raggiunto i 353 milioni di tonnellate. Di questi, secondo l’OCSE, 22 milioni di tonnellate sono rilasciati nell'ambiente, raggiungendo fiumi, laghi e oceani. Il Governo italiano è decisamente rimasto indietro nello sviluppo di imballaggi sfusi, nel deposito cauzionale, ossia il vuoto a rendere, e nell' eco-design per una maggiore durata dei prodotti, quando la produzione di plastiche biodegradabili e compostabili andrebbe sostenuta con convinzione e iniziative concrete. Adesso il nostro Paese deve fare la propria parte, ma se consideriamo le reazioni molto rigide della maggioranza al regolamento europeo sugli imballaggi, è facile comprendere quanto questo Governo abbia un atteggiamento totalmente inconsapevole sul tema della Transizione ecologica e dell'economia circolare. Nel nostro Paese, sul vuoto a rendere e sul deposito cauzionale, si continua a frenare, al contrario delle altre nazioni che, promuovendo tali sistemi, stanno abbattendo il costo dei prodotti per i cittadini e tutelando l'ecosistema. Il futuro, anche per le nostre PMI – conclude L’Abbate - può esserci solo implementando una strategia nazionale e un piano d’azione coerente con la strategia europea e con le più avanzate esperienze internazionali, e valorizzando le rilevanti potenzialità delle imprese Italiane, che altrimenti non saranno competitive in Europa e resteranno indietro. Il Governo non può continuare a fare finta di nulla e a ignorare queste problematiche".
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