(ASI) “Nei giorni scorsi, si è svolto il confronto e la riflessione sulle iniziative politiche del dopo voto. - dichiara in una nota Oreste della Posta, sergetario PCI Lazio - Il Partito Comunista Italiano alle recenti elezioni regionali del Lazio, ha tenuto la propria forza assoluta, avvantaggiandosi quindi percentualmente.
Questo in un contesto in cui due cittadini su tre non hanno partecipato al voto. In un contesto che ha visto sia le forze cosiddette vincitrici della competizione che quelle perdenti diminuire la propria consistenza assoluta di oltre 200.000 consensi. La messa in campo, dopo 32 anni, della lista comunista - quella del PCI - con la propria candidata Sonia Pecorilli; con candidate e candidati espressione del mondo del lavoro ha ricevuto il consenso di 17.000 elettori ed elettrici. Con la proposta di un programma alternativo ai disastri - basti considerare la drammatica situazione della sanità, del lavoro e dell’ambiente; per non dire dei trasporti, delle infrastrutture e della scuola - che prima il centrodestra e poi il centrosinistra, pure col M5S, hanno prodotto nel Lazio. Nell’impegno mostrato dalle organizzazioni del PCI nella regione, - continua il dirigente comunista - così come dai singoli compagni e compagne, è venuto un apporto che con determinazione e passione ha ottenuto il raggiungimento della raccolta delle firme. Adempimento appositamente reso difficile per noi e altre forze piccole per la scelta di Zingaretti e del PD di ostacolare la nostra presenza. Del resto la classe dominante cerca di mettere all’angolo l’idea comunista per cancellarla. Il dispiegamento della nostra campagna elettorale si è svolta, senza mezzi economici, nel modo in cui i comunisti sanno confrontorarsi e chiedere sostegno: con le decine di incontri di realtà di lotta e confronto, con la presenza casa per casa, secondo la forza che abbiamo al momento. L’indicazione che traiamo dai numeri è il consenso pieno alla proposta politica di cercare il massimo di unità tra le forze sociali e politiche della sinistra di classe, sia per questi appuntamenti, sia soprattutto per la ricostruzione del Partito Comunista Italiano. Ossia l’organizzazione che sta ridiventando, passo dopo passo, il riferimento dei lavoratori, dei cittadini per le lotte e l’alternativa da irrobustire. Un’altra proposta è stata messa in campo, con contenuti analoghi, ma con l’idea di non mostrare la diretta rappresentanza della classe sociale di riferimento: UP. Il dato elettorale mostra che, nonostante la notorietà, pure sui media, il dato di confronto del valore assoluto vede questa forza perdere due elettori su tre e si attesta ad un numero poco dietro il nostro risultato. Tutto ciò - sottolinea Della Posta - dopo che non si è voluta fare uniti anche questa battaglia. Segno, crediamo noi, che non sia condivisa quella proposta politica non chiara, non esplicita. Per questo quadro di lettura il Partito Comunista Italiano del Lazio ritiene che ciò ci consente di tornare ad essere argine allo strapotere, ma anche attivi nella difesa dei diritti, dei salari, del lavoro, al fianco delle fasce più deboli della società, al fianco degli operai e dei disoccupati. Per affermare la necessità di una sempre maggiore presenza dello Stato nei servizi essenziali, sanità trasporti, situazione abitativa, l’ambiente, contro ogni privatizzazione. Per condurre battaglie di lotte e all’occasione tornare alle urne, con la consapevolezza che le forze di alternativa, tutte insieme possono rappresentare il futuro. Continueremo, dunque, sia nella ricostruzione del Partito Comunsita Italiano, sia nel perseguire l’unità tra le forze della sinistra di classe e popolari perchè questo occorre ai lavoratori, ai ceti popolari, aggrediti socialmente, economicamente e con la tragedia delle scelte che sostengono riarmi per le guerre invece che scelte di di pace.”.