(ASI) "All'inizio del mese di ottobre, dopo mesi passati ad elaborare bozze per un nuovo Piano Sanitario, la Direzione Regionale Salute e Welfare della Regione Umbria ha presentato il "Piano di Efficientamento e Riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale": si tratta in sintesi di un documento in cui si certifica il commissariamento della sanità regionale.
Alle estreme criticità emerse durante la pandemia e alle difficoltà di esercizio dovute ai rincari energetici e al bilancio in dissesto, non si oppone un piano di investimenti volti alla ricostruzione di un sistema ospedaliero efficiente, ma una serie di tagli che compromette pesantemente l'accesso al diritto alla salute, mette in seria difficoltà i lavoratori della sanità pubblica e costringe la cittadinanza a rivolgersi alle strutture private, che già godono di laute convenzioni con la Regione, pagate con il gettito della fiscalità territoriale.
Il primo assaggio del Piano Sanitario è stata la chiusura del Punto Nascite dell’Ospedale di Spoleto. La città ha reagito giustamente e con veemenza a questo atto, ma non dobbiamo limitare ad esso la nostra analisi, in quanto pur essendo in sé gravissimo, non costituisce il punto focale dell'attacco portato alla popolazione spoletina e umbra in generale: la chiusura rappresenta la cancellazione di una voce di spesa all'interno del ben più vasto programma di commissariamento previsto dal nuovo Piano Sanitario Regionale, che costituisce il vero attacco al diritto alla salute in Umbria, rendendo sempre meno operativo il sistema sanitario pubblico e spingendo i cittadini che possono permetterselo nelle mani dei privati, che vedono nella salute un affare redditizio e praticamente privo di rischi grazie alle convenzioni. Infatti, alla chiusura del punto nascite si sono susseguiti i progetti per l’Ospedale di Comunità di Spoleto (che certificherebbe la fine del San Matteo come Sede DEA di primo livello, alla faccia del Terzo Polo condiviso con Foligno), e le veementi lamentele da parte dei lavoratori del nosocomio folignate, che senza il personale necessario non può strutturalmente sostenere l’impatto dell’emergenza/urgenza di tre comprensori di fatto (spoletino, folignate e nursino/Valnerina); nel frattempo, è stato concesso il riconoscimento di 95 posti letto privati per la Provincia di Terni, ennesimo regalo al paDron della Ternana, Bandecchi, che con il progetto stadio/clinica sta raggirando un’intera provincia.
Mentre Sindaco e Consiglio Comunale pensano di arginare la situazione del territorio con delibere decisamente fuori tempo massimo, abbiamo il dovere di reclamare una sanità pubblica lontana dalle regole del mercato e dalle logiche del profitto, cancellando il processo di aziendalizzazione ed eliminando lo scandalo delle convenzioni tra Regione e privati, che sottrae ingenti risorse a un sistema ormai al collasso: per questo la federazione umbra del Fronte Comunista sarà in piazza del Comune a Spoleto il 12 Gennaio, alle ore 10, in occasione del Consiglio comunale pubblico, alla presenza dei maggiori responsabili dello stato di cose vergognoso che abbiamo davanti agli occhi in tutta la Regione: la Presidente Tesei e l'assessore alla Sanità Coletto, contro cui porteremo avanti in tutto il territorio umbro la battaglia per una sanità regionale pubblica al 100%, universale, gratuita e di qualità." Così in una nota il Fronte Comunista - Umbria.