(ASI) “I dati emersi dalla Relazione annuale dell’INAIL delineano un quadro allarmante in merito alla sicurezza dei lavoratori nel nostro Paese. Le denunce di infortunio mortale sul lavoro sono state 1.361 nel 2021.
Se da un lato si registra una flessione dei decessi causati dal contagio da Covid, le denunce di infortuni mortali ‘tradizionali’ dopo i lockdown e le restrizioni del 2020 sono aumentate di quasi il 10%. Numeri inaccettabili che richiedono azioni concrete e immediate per rafforzare la prevenzione. Urgono in tal senso, investimenti sulla sicurezza dei lavoratori a partire dai controlli e dalla formazione. E’ prioritario, pertanto, potenziare il coordinamento delle banche dati e degli organi di vigilanza intensificando, al contempo, la lotta all’economia sommersa soprattutto nei settori più esposti al rischio infortuni. Un Paese avanzato come l’Italia non può tollerare un numero così elevato di vittime sul lavoro. La garanzia della sicurezza nei posti di lavoro deve essere la priorità politica dell’agenda di Governo, come ribadito dal Presidente della Repubblica Mattarella. In questa prospettiva, le risorse stanziate dal Pnrr per favorire l’inclusione sociale e le politiche per il lavoro rappresentano un’opportunità preziosa per innalzare gli standard sulla sicurezza. La manifestazione dell’UGL ‘Lavorare per vivere’ ha l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sul fenomeno delle cosiddette ‘morti bianche’ e ribadire basta stragi sul lavoro.” Lo ha dichiarato in una nota, Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alla Relazione annuale INAIL.