(ASI) Gli effetti negativi della politica di quello che veniva chiamato dai media super Mario sono evidenti a tutti: inflazione all'8%. Era dal 1986 che non si registrava un incremento così elevato. A tutto ciò vanno aggiungiunti gli aumenti dei costi degli alimentari, dei prodotti energetici, delle rate dei mutui e delle tariffe di luce e gas.
Risultato? Il caro dei beni di prima necessità, quello dell'energia, l'aumento dello spread, dei tassi d'interesse, del debito pubblico e, a cascata, di tutti i prodotti ha avuto come effetto immediato negativo: la drastica riduzione dei consumi e il crollo del potere d'acquisto degli italiani. Fedeconsumatori stima un aggravio annuo a famiglia di 2.384 Euro. A tutto ciò, si dovono aggiungere un autunno caldissimo per stessa ammisione del segretario nazionale della CGIL, Maurizio Landini, che ha avvertito: “L’autunno è già caldo” e “già adesso la gente non ce la fa”. Al leader sindacalista gli fanno eco le recenti analisi del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che, in base alle stime del PIL per il 2022, al Decreto Aiuti e alla situazione politico industriale ha detto: "il 16% delle imprese ha ridotto o interrotto le produzioni. Se continuiamo così si aggiungerà un altro 30% nei prossimi mesi. Se andiamo a scartamento ridotto è un problema per il Paese". Ed aggiunge "Produrre è diventato antieconomico. Italia a rischio recessione. Servono riforme e taglio del cuneo fiscale,"
Indicatori che attestano chiaramente che la crisi è molto dura e la situazione per il Paese Italia sta diventando, giorno dopo giorno, molto, ma molto difficile.
Riscontri negativi che certificano anche il fallimento di un governo multicolore, a guida Mario Draghi. Grande esperto di economia ed uomo molto stimato dai poteri forti (dopo la BCE e l'esperienza di governo, si ipotizza che il signor Draghi prenderà il posto di Stoltenberg ai vertici della Nato). Però, per converso, è un personaggio poco amato dagli italiani. Per di più non ha mai ricevuto il consenso elettorale dal popolo sovrano. Infatti, è stato nominato presidente del Consiglio dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un presidente del Consiglio da tanti, all'inizio, acclamato come salvatore della Patria e definito Super Mario (come il noto eroe della serie dei videogiochi virtuali). Oggi, constatate le condizioni di criticità in cui si trova l'Italia e la poca capacità dell'esecutivo a risolvere i problemi degli italiani, la fama del signor Draghi è al minimo storico. L'Italia sta vivendo tante difficoltà foriere di un futuro poco certo per la nostra nazione e per gli italiani, eppure le priorità per il governo Draghi sono: il IV decreto per fornire le armi all'Ucraina, la scissione del Movimento 5 Stelle e la tenuta di un governo traballante. Armi all'Ucraina e sanzioni alla Russia che hanno trasformato un Paese, da sempre, notoriamente amico in nemico. Il tutto con enorme danno per nostre industrie che hanno perso miliardi di Euro in termini di esportazioni verso Mosca. Mentre, la maggior parte delle altre nazioni stanno portando avanti legittimamente i loro interessi, invece i nostri rappresentanti istituzionali sembrano recitare a memoria solo lo stucchevole mantra: atlantistismo, europeismo e fedeltà alla Nato (organismo che doveva terminare la missione con la fine dell'Unione Sovietica, avvenuta nel 1991). Quando questo governo si ricorderà che prima vengono le necessità dell'Italia e degli italiani? Quando il presidente del Consiglio, Mario Draghi, preso atto del suo fallimento politico, rassegnerà le dimissioni? Infine, quando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lui che è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale (Articolo 87 della Costituzione), si renderà conto che l'esecutivo da lui scelto non esiste più e che non rappresenta più il Paese reale? Quando si avvarrà della sua facoltà di sciogliere finalmente le Camere (Articolo 88 della Costituzione) ed indire nuove elezioni?
Altrimenti, proseguendo con la stessa politica attuata fino ad oggi dal signor Draghi, l'accuirsi del conflitto russo-ucraino, il rischio di una guerra mondiale, il ritorno della pandemia e della emergenza sanitaria, la siccità, la grande crisi economica e della industria italiana, le fabbriche che chiudono, i liccenziamenti, la disoccupazione, l'instabilità politica, l'aumentio del debito pubblico e dei costi dei beni di prima necessità, del grano e di quelli energetici, sono fattori che potrebbero essere un innesco micidiale. Si potrebbe profilare uno scenario generale poco rassicurante e di contrapposizione sociale che va assolutamento evitato. Per cui, chi è chiamato a decidere si ispiri ai grandi statisti ed agisca saggiamente come il buon padre di famiglia. Lo faccia per il bene dell'Italia e degli italiani.
Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia