(ASI) Oggi si celebra la festa della liberazione dal nazifascismo. Una festa che forse è stata troppe volte strumentalizzata da una parte politica che di certo non ha fatto dei principi della libertà il proprio faro.
Nelle intenzioni di chi ha istituito la festa e nella realtà delle cose il 25 aprile è una festa di tutti. È una festa per la libertà e oltre al sacrificio degli italiani liberali, di sinistra e democristiani che si batterono per un’Italia libera, io voglio festeggiare la storica amicizia che da quel 1945 ci lega a chi per tre volte ci ha liberato. Gli Stati Uniti. Un Paese che gli italiani con il loro lavoro e sacrificio hanno contribuito a costruire e che sempre ci ha soccorso. La prima volta con il supporto diretto durante il primo conflitto bellico contro le potenze imperiali assolutistiche. La seconda volta nel 1943-1945 contribuendo alla caduta della dittatura fascista e la terza volta subito dopo impedendo che il nostro Paese finisse nell’orbita comunista, passando da un totalitarismo all’altro. Errori negli anni ne sono stati fatti sicuramente, ma troppe volte questi errori sono diventati la scusa per farci dimenticare la gratitudine e l’amicizia nei confronti di un popolo che non a caso è riconosciuto come guida del mondo libero.
Oggi quindi festeggiamo la libertà, ma non dimentichiamo mai quel senso di gratitudine verso chi quella libertà ci ha aiutato a costruirla” - E’ quanto ha dichiarato Gabriele Giovannetti, Segretario Generale, Istituto Milton Friedman Institute.