(ASI) "Mentre si "spengono i condizionatori per contribuire alla pace", come suggerito dal Presidente Draghi, nel mondo reale le aziende chiudono o mandano i dipendenti in cassa integrazione perché non sono più in grado di sopportare l'aumento dei costi mantenendo le commesse. Seguo con grande apprensione la vicenda della Colussi di Petrignano d'Assisi, una eccellenza nazionale, con il cuore in Umbria, che fa biscotti ed usa i forni, non i condizionatori d'aria, ed è stata costretta a mettere in cassa integrazione 300 dipendenti. Tagli alla produzione che rischiano di colpire tutta la filiera a cominciare da quella agricola regionale a causa soprattutto dei costi energetici.
L'Italia giustamente sta facendo e deve fare la propria parte mantenendo unito il fronte occidentale sulle sanzioni alla Russia, ma è impensabile che l'Europa pensi di scaricare l'attuale drammatica situazione su famiglie e imprese italiane e umbre. Il premier ci deve dire se le nostre aziende possono continuare a produrre senza il gas russo e coi costi dell'energia alle stelle. Come per la pandemia, quando si sono stanziate risorse straordinarie, così va fatto nei confronti di economie come la nostra, che più di altre rischiano di pagare le conseguenze indirette delle sanzioni. Quindi il Governo batta un colpo in Europa e chieda rispetto per i lavoratori e le imprese italiane". Così ha dichiarato il deputato umbro di Fratelli d'Italia Emanuele Prisco in merito alla vicenda Colussi.