Il settore penitenziario soffre di gravi criticità e certamente il Corpo di Polizia penitenziaria, come abbiamo più volte rappresentato, ha fortemente bisogno di una guida autorevole per esperienza gestionale e di una figura non divisiva, ovvero in grado di misurarsi senza pregiudizi con un sistema che sta implodendo. Ci chiediamo perché Cartabia abbia evitato il confronto con le altre forze di Governo decidendo unilateralmente di puntare su un magistrato certamente di alto profilo, ma palesemente schierato nelle fila di quella magistratura di sinistra fortemente ideologizzata che oggi, con ogni evidenza, costituisce un limite a ricoprire incarichi obbligatoriamente super partes. Il rischio è di accentuare le forti tensioni già ampiamente presenti nel sistema e di destrutturarlo con inimmaginabili conseguenze. Sulla nomina di Renoldi sono state sollevate forti perplessità in vari ambiti, compreso quello curriculare, visto che il magistrato non avrebbe mai svolto ruoli apicali in gestione e organizzazione di strutture estremamente complesse. Cartabia avrebbe dovuto avviare un'ampia consultazione sulla figura più adatta a ricoprire un incarico così delicato e strategico: questa scelta purtroppo conferma ancora una volta la volontà di esautorare il ruolo fondamentale della politica".