(ASI) Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), denuncia una forzatura dell’iter che porterebbe nelle Marche al suicidio assistito di un paraplegico: “I portatori della cultura della morte segnano un altro punto in questa surreale battaglia che vuole per forza uccidere Mario, tetraplegico marchigiano.
Lo Stato, anziché sostenere lui e la famiglia in un percorso solidale che accompagni la disabilità e la sofferenza, fa scegliere a una Asur il farmaco con cui sopprimerlo, nel plauso generale. Non c’è un giornale, una tv, una forza politica che stia ricordando che tutto questo sta avvenendo senza uno straccio di una legge, senza che il popolo sovrano si sia mai espresso sul tema del suicidio assistito. Anzi, poiché il Parlamento nonostante le sollecitazioni sulla materia non ha deliberato, è chiaro che non c’è una maggioranza a favore del suicidio assistito. E non si ammazza un uomo senza una legge perché altrimenti si fa strame dei principi basilari della democrazia. Con lo stesso farmaco con cui ammazzeranno Mario si potrebbe ammazzare qualche criminale incarcerato. Accetteremmo mai che la pena di morte fosse decisa da un dipartimento carcerario senza una legge? Attenti, si sta costruendo un precedente pericolosissimo e come sempre a favore della morte, mai della vita”.