(ASI) Il presidente del Consiglio Mario Draghi non aveva fatto ancora in tempo a metabolizzare la sconfitta per la sua elezione al Quirinale, che di nuovo ha subito un nuovo smacco. Critiche che gli hanno reso più amara la giornata. Ci riferiamo alle contesazioni di ieri avvenute a Genova nei confronti di quello che sembrava 'l'uomo della provvidenza'.
Ritengo che non sarà né la prima e né l'ultima volta in cui l'ex presidente della BCE possa subire dei pesanti giudizi sfavorevoli per la sua azione politica.
Sono convinto, invece, che il sottoporsi al giudizio della gente sia il termometro etico giusto per capire, a chi ricopre una carica istituzionale, se si sta operando bene e se non si è malati dentro.
L'atmosfera del Paese reale è più genuina e in questo contesto le persone sono più schiette e dirette rispetto a quelle del regno ovattato dei signorsì. Se ne faccia una ragione. Se il signor Draghi, visto il suo 'rango', non dovesse sopportare le critiche, la soluzione c'è: si dimetta da presidente del Consiglio. Sicuramente farà felice molti italiani. Ma, sono sicure anche alcuni partitoi che lo sostengono.
Per cui, se un uomo pubblico si espone al giudizio del popolo, allora il rischio c'è che possa accadere come in una famosa scena di 'Un americano a Roma' in cui il personaggio, interpretato dal grande Alberto Sordi, dopo una sua recita in teatro dice alla sua compagnia tranquilli: "Al 3 scatta l'applauso", invece dalla platea, con suo disappunto, gli è arrivata una sonora pernacchia a testimoniare la contrarietà per la sua prestazione artistica. Per alcuni versi la stessa scenetta si è assistita a Genova*, dove l'ex esponente della Goldman Sachs, oltre agli elogi - diversi di circostanza - gli sono arrivati una serie di epiteti molto poco carini. Il saggio dice che nella vita si raccoglie per quello che si semina. Per cui, state certi che seguiranno tante altre contestazioni all'attuale presidente del Consiglio Mario Draghi. Uomo, sempre più solo, più criticato, meno stimato personaggio al comando. Infatti, il 'Signor non eletto da nessuno' se è impossibilitato ad imporre i suoi desiderata, rifiuta categoricamente il dialogo e sdegnato si dà alla fuga per evitare il confronto. Lui come si dice: 'Aut Caesar, aut nihil', ossia o Cesare, o nulla. Però, per converso, ci sono le avvisaglie politiche secondo le quali il declino dell'attuale presidente del Consiglio è iniziato. Ci sono anche i segnali che ci avvertono che il suo incarico istituzionale potrebbe terminare molto prima di quanto si potesse pensare. Dopo lo sgarbo subito da parte dei grandi elettori e la sua non elezionecome capo dello Stato, l'ex presidente della Banca d'Italia ha dovuto prendere atto che, fuori da Palazzo Chigi, non tutti gli italiani lo amano. Ma anche che le fila di connazionali che non lo sopportono più stanno crescendo in maniera esponenziale. In calo anche la fiducia delle persone nei suoi confronti. Ciò in considerazione dei minimi risultati raggiunti dal suo governo. Risultati che hanno deluso le aspettitive e si sono rilevati poco esaltanti.
Mago Merlino ci ricorda che anche i draghi vengono stanati e che san Giorgio è pronto a colpirli per liberare il popolo dal pericolo delle loro razzie.
* Draghi a Genova scopre che non tutti gli italiani lo "amano". Accolto al grido: vergogna, vergogna https://agenziastampaitalia.it/lettere-in-redazione/60084-draghi-a-genova-scopre-che-non-tutti-gli-italiani-lo-amano-accolto-al-grido-vergogna-vergogna