(ASI) A riferire il calo spaventoso, per quanto concerne la natalità sono i dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica. Secondo le stime Istat, a causa della pandemia legata al Covid-19 e alle relative crisi generali di cui tratteremo alla fine, si fanno sempre meno figli. Un trend negativo che è iniziato ad accelerare già dal 2019/2020.
Nei primi 9 mesi dell'anno corrente le nascite sono difatti 12.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2020. Altro segnale di un pesante passo indietro rispetto a due anni fa.
Un calo che segna un raddoppio rispetto a quanto osservato tra gennaio e settembre 2019.
Lo rileva sempre L’ISTAT segnalando che "tale forte diminuzione è da mettere in relazione al dispiegarsi degli effetti non positivi innescati dall'epidemia da Covid-19, che nel solo mese di gennaio 2021 ha fatto registrare il maggiore calo di sempre (quasi 5mila nati in meno, -13,6%)".
Prosegue dunque anche in questi tempi difficili la tendenza in discesa del 2020, quando i nati furono 404.892, 15mila in meno rispetto al 2019.
Per le donne italiane mai cosi pochi figli, numero medio di nuovi nati delle donne di cittadinanza italiana nel 2020 è stato pari a 1,17. Si tratta del numero più basso di sempre. Dal 2008 le nascite sono diminuite di 171.767 unità (-29,8%). Il calo è attribuibile per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (316.547 nel 2020, oltre 163mila in meno rispetto al 2008). Dal 2012 al 2020 sono diminuiti anche i neonati con almeno un genitore straniero (quasi 19mila in meno) che, con 88.345 unità, costituiscono il 21,8% del totale delle nascite, oltre 4mila in meno solo nell'ultimo anno.
A pesare sull’incidenza demografica la pandemia - Nel Nord-Ovest, più colpito dal Covid-19 durante la prima ondata, a dicembre il calo tocca il 15,4%. Il clima di incertezza e le restrizioni relative ai periodidi confinamento sembrano dunque aver influenzato la scelta di rinviare il concepimento. A gennaio 2021 si rileva la massima riduzione di nati a livello nazionale (13,6%), con picco nel Sud (-15,3%) che prosegue, più contenuta, anche a febbraio (-4,9%).
L'aumento dei nati osservato a marzo 2021, forse riconducibile all'impressione di superamento dell'emergenza, porta a una lieve inversione di tendenza con un aumento dei nati rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (+4,5%). Si tratta dei nati concepiti durante la fase di transizione tra le due ondate epidemiche del 2020. L'andamento dei nati rimane debolmente positivo nel mese di aprile (+1%) per poi crollare soprattutto nei mesi di giugno (-5,9%) e luglio (-5,8%).
Sembra dunque palese la difficoltà incontrata dalle coppie per quanto concerne il concepimento. Il clima è quello dell’incertezza. In due anni l’Italia ha attraversato una grave crisi socio-sanitaria e politico-economica, che ha intaccato pesantemente anche la psiche dei singoli individui, coppie e congiunti. Le restrizioni sembrano aver provocato il peggio, causando allontanamenti che sono risultati a volte drammatici. Sono aumentati i numeri delle violenze, e diminuiti quelli dei nuovi nati.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia