Il riferimento è alla recente ordinanza anti prostituzione che vieta alle donne di indossare abiti scollati o minigonne e di fare ‘saluti allusivi’
(ASI) Terni. – “Terni non è Kabul! È vergognosa la decisione presa dal sindaco leghista di Terni con un’ordinanza che, per arginare il fenomeno della prostituzione in città, pone il divieto per le donne di indossare abiti scollati o minigonne e di fare ‘saluti allusivi’ in alcune strade cittadine, con sanzioni fino a 500 euro”. Emanuela Mori, dirigente nazionale di Italia Viva, commenta così la recente ordinanza anti-prostituzione firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini, e finita al centro di una polemica politica.
“Non è uno scherzo – prosegue Mori –, è purtroppo la realtà di ciò che sta succedendo nella seconda città dell’Umbria, una Regione civile e tollerante. Ed a farne le spese è sempre la Donna. Ancora una volta si prendono provvedimenti partendo dal punto di vista sbagliato. Non è mai sotto accusa l’uomo e le sue azioni, ma come si mostra la donna. Nessuno ha il diritto di poterle dire cosa fare o come vestirsi. Con questa ordinanza il sindaco fa fare a Terni un balzo indietro in pieno Medioevo, la donna considerata una strega da perseguire, mancano solo i roghi. E si sta procedendo verso uno ‘sdoganamento’ del burqa”.
“Per essere debellato – conclude Mori – il fenomeno della prostituzione ha bisogno di un’azione sinergica da parte di tutte le Istituzioni. Mi auguro che il sindaco torni presto sui suoi passi per la dignità delle donne, ma soprattutto per la sua”.