Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste
I lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone hanno iniziato la lotta per impedire l’applicazione del criminale e ricattatorio decreto Green pass, che nulla ha a che fare con la sicurezza sanitaria e la lotta contro il COVID19, ma che ha lo scopo di dividere i lavoratori, costringendo una loro parte a pagare per poter lavorare. Il tutto dopo che per quasi due anni hanno lavorato in condizioni di sicurezza sanitaria che definire ridicole è molto gentile.
Ci siamo poi uniti agli altri lavoratori e cittadini che partecipavano alle manifestazioni del Coordinamento No Green Pass di Trieste.
Perciò abbiamo deciso, in accordo con i lavoratori triestini di altre categorie, di aderire allo sciopero indetto a partire dal 15 ottobre da
varie sigle sindacali.
Questa nostra iniziativa ha suscitato una ondata di solidarietà da tutta Italia che ci ha sorpreso ma anche fatto capire che non eravamo soli.
Siamo riusciti a fermate l’attività nei porti di Trieste e Monfalcone circondati dal sostegno di migliaia e migliaia di persone giunte da ogni
parte d’Italia.
Green Pass, violando il decreto governativo.
Neanche questo pare avere smosso le istituzioni, che hanno cercato di impedire l’espressione democratica della volontà di una grossa parte
della popolazione con minacce e falsità.
E’ quindi necessario fare un passo in avanti assieme alle migliaia di persone e gruppi con cui siamo entrati in contatto in questi giorni.
Questa prima battaglia l’abbiamo vinta, dimostrando la forza e la determinazione dei lavoratori portuali e di tutti coloro che li hanno affiancati e
sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale.
Il primo passo sarà il 30 ottobre, quando delegazioni di lavoratori portuali di Trieste e Monfalcone e degli altri scali italiani, delle
forze dell’ordine, di sanitari, di giornalisti e di altre categorie di tutta Italia saranno accolte al Senato a Roma per far valere le ragioni di chi chiede l’abolizione del Green Pass per lavorare.