(ASI) "Per evitare le delocalizzazioni occorre fare in modo di trasformare l'Italia in un luogo attrattivo nel quale produrre, attraverso riforme e investimenti mirati, che risolvano i problemi noti: fisco, burocrazia, giustizia, infrastrutture, energia, pubblica amministrazione". Lo ha detto in una nota Paolo Capone, Segretario Generale UGL. "È altrettanto necessario pretendere serietà e responsabilità, nei confronti dei lavoratori e della comunità, specie da parte di quelle aziende che beneficiano di aiuti e incentivi pubblici, compresi quelli diretti e indiretti degli enti locali".
Secondo Capone "da un lato bisogna creare condizioni favorevoli per la produzione e l'impresa, dall'altro, occorrono tutele per lo Stato oltre che, naturalmente, per i dipendenti interessati. Non possiamo più tollerare comportamenti lesivi della dignità non solo dei lavoratori, ma anche del Paese. Nella bozza predisposta dal Governo sul tema delocalizzazioni ci sono alcune novità importanti riguardo le tutele per i lavoratori delle grandi industrie già presenti in Italia. La bozza attuale, che ci piacerebbe discutere su un formale tavolo istituzionale, si riferisce alle aziende con almeno 250 dipendenti, sancendo obblighi di informazione a istituzioni e lavoratori su progetti di chiusura e piani operativi da attuare per mitigare le ricadute economiche e occupazionali, interventi per la gestione non traumatica di eventuali esuberi, progetti per la formazione dei lavoratori e la riconversione dei siti produttivi".
Conclude il sindacalista: "L'obiettivo è quello di rendere l'Italia un Paese competitivo e, al tempo stesso, pretendere correttezza verso lo Stato e i lavoratori, due elementi necessari in una prospettiva di crescita e sviluppo".