(ASI) “Siamo la nazione che nel corso dei secoli ha realizzato opere pubbliche meravigliose. Ma la procedura delle assegnazioni per massimo ribasso, contenuto nella bozza del Dl Semplificazione, è del tutto incompatibile con lavori a regola d’arte.
Con il massimo ribasso si consente di presentare un’offerta imbattibile, che poi produce i reali profitti con le varianti in corso d’opera. Un’impresa deve legittimamente percorrere la strada del profitto e la logica del massimo ribasso può indurre a risparmiare sulla qualità e quantità dei materiali, sugli investimenti in sicurezza del lavoro, non garantendo qualità né salute delle manovalanze.
Si potrebbe obiettare che basterebbero i controlli, già, ma chi li paga? Fare controlli ferrei su tutti i cantieri pubblici è molto difficile perché sono onerosi sia economicamente che organizzativamente.
Il primo controllo è la prevenzione e la prevenzione passa per offerte credibili e dettagliate che non sono garantite dal meccanismo del massimo sconto.
Così come analoghi problemi sono legati alla liberalizzazione dei subappalti che favorisce le aziende che fanno più finanza che economia, vincono una gara d’appalto e non mettono mai un piede nel fango di un cantiere, la trattano come fosse un titolo obbligazionario.
Fermare l’ecatombe di incidenti sui luoghi di lavoro, fermare le infiltrazioni della criminalità nelle opere pubbliche, fermare l’esplosione di subappalti è piuttosto verificare che gli appaltatori paghino le piccole aziende che spesso fanno fallire.
Dal Dl Semplificazione si richiede di eliminare passaggi amministrativi inutili o bizantini, di accelerare i processi, velocizzare le autorizzazioni, non di alterare le procedure di gara per favorire qualcuno.
L’Italia deve riprendere il gusto a fare le cose fatte bene”.
E’ quanto ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, intervenendo alla trasmissione ‘Omnibus’ su La7.