(ASI) Nel pomeriggio di ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha riferito l’approvazione del Recovery Plan. Sono momenti bui per l’Italia che sta vivendo la crisi di Governo. Questo non ha fermato il lavoro dell’esecutivo. Il piano dei fondi europei consiste di 172 pagine, che descrivono i programmi di spesa, con i quali il Governo chiederà alla commissione europea i 209 miliardi di euro destinati all’Italia.
Tutto ciò avverrà per mezzo di prestiti e trasferimenti di somme monetarie in un arco di tempo che va dal 2021 al 2026. Il progetto è quello di rilanciare gli Stati dell’Unione Europea a fronte della pandemia dovuta al Covid-19, e la conseguente crisi economico-finanziaria. Il piano iniziale faceva riferimento solo ai 196 miliardi del RecoveryFund. Con il piano definitivo si sono assommati capitali dal Fondo coesione e sviluppo e 13 miliardi del React EU per l’emergenza Coronavirus. Il totale è di 223 miliardi di euro. Questi ultimi a loro volta sono stati integrati con circa 7 miliardi dai fondi strutturali europei e da 80 miliardi di risorse programmate dal bilancio nazionale. Ad esempio citiamo i 30 miliardi per il Family Act ed i 24 per il Sud Italia. La cifra tonda è dunque di 310 miliardi. Il totale per la Sanità ammonta a 20,7 miliardi di cui 7,9 destinati all’Assistenza di prossimità e alla telemedicina. 12,8 all’innovazione, ricerca e digitalizzazione. Per quanto riguarda il capitolo Innovazione, competitività e cultura vengono stanziati 46,2 miliardi, 5 in più per la voce Cultura e Turismo. Compresi 6 per la valorizzazione del territorio ed energetico dei comuni. Ci sono 5 miliardi in più per l’alta velocità ferroviaria, in particolare nel Mezzogiorno. Anche per Istruzione e Ricerca si è passati da 19 a 28,5 miliardi. Questi ultimi per il : Potenziamento delle competenze e diritto allo studio, e per la ricerca all’impresa. Sono previsti più soldi per i giovani e per la ricerca. Si attesta intorno a 10 miliardi il capitolo per Inclusione e Coesione, per un ammontare di 27,6 miliardi, parte stanziati anche per le Politiche per il lavoro. Le risorse verranno chieste a Bruxelles. Questo consentirà di avere un impatto maggiore sulla crescita del Prodotto Interno Lordo italiano (PIL). Si stima una crescita percentuale che si dovrebbe attestare al +3% nel 2026. È stata invece ridotta la parte dedicata gli incentivi, ai bonus, ai microprogetti. Tutti i finanziamenti che verranno erogati si suddividono in sei macro capitoli : 68,9 miliardi per la Rivoluzione verde, 46,2 per la Digitalizzazione, 32 per le Infrastrutture, 28,5 per Istruzione e Ricerca, 27,6 per Inclusione e coesione, 19,7 per la Sanità.
Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia