Covid e crisi economica. È allarme: calano anche i consumi dei beni alimentari. Crescono le povertà

crisi economica(ASI) I nuovi poveri hanno il volto di giovani, di lavoratori in nero, di famiglie con più figli. Sono migliaia le persone che si sono rivolte alla Caritas per chiedere aiuto per pagare le bollette, gli affitti la spesa, o il necessario per far seguire ai propri ragazzi le lezioni a distanza.

È una fotografia drammatica che la pandemia legata al Covid-19 e la conseguente crisi economica ha fatto emergere con maggiore evidenza. Da considerare anche il rilascio dei dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) sul calo dei consumi dei beni alimentari. Le stime sono al ribasso. La circolazione ed il flusso di moneta per quanto riguarda i beni di primaria importanza diminuiscono. Un quadro allarmante.

Fermo o quasi anche il settore della ristorazione. La situazione è stagnante, considerando anche la mancata erogazione della cassa integrazione, e degli aiuti che non sono arrivati. Tutte queste categorie di persone vanno a formare il 30% dei nuovi poveri. Sono dati rilasciati man mano dalle più importanti agenzie che fanno preoccupare. Questi ultimi ci raccontano uno spaccato inedito. La pandemia ha fatto crollare tutti gli indici economici. Da considerare anche i giovani impiegati nella ristorazione con contratti a chiamata, senza tutele, ma anche gli stessi ristoratori delle piccole attività che riguardano il settore eno-gastronomico. La situazione sanitaria ha fatto emergere ingenti difficoltà, per bambini e ragazzi, con ripercussioni anche psicologiche. Il danno è dunque incalcolabile. Molti non hanno potuto seguire le lezioni e la didattica a distanza per mancanza di dispositivi elettronici o di una rete elettronica efficiente. Fragilità esplose per cui serve un rilancio dello solidarietà e dello Stato Sociale. Combattono su più fronti gli enti come Caritas, formata da eserciti di volontari, reti di associazioni, iniziative attivate per diradare la nebbia della crisi.

Per far fronte,in parte, alla crisi dei beni alimentari nasce un progetto che vede coinvolta la Coop Lombardia. Alfredo De Bellis,spiega : “Il nostro piano è una risposta concreta per far fronte a una povertà che sta colpendo inesorabilmente anche la classe media, un andamento che non è iniziato con la pandemia, ma si è accentuato nell’ultimo periodo come rivelano i cambiamenti delle modalità di acquisto dei nostri clienti che si orientano verso i prodotti più convenienti”. “Carrello sospeso” ha permesso dunque da marzo ad oggi di raccogliere ingenti tonnellate di cibo per milioni di euro. Tra le altre idee : “Più forti insieme”, in cui la generosità dei soci, attraverso lo scarico dei punti dalla loro carta spesa, ha fatto raccogliere migliaia di euro donati alla Croce Rossa lombarda (zona più colpita) per l’acquisto di dispositivi di protezione. A questi bilanci positivi, si aggiungono 205 mila euro di donazioni liberali destinati agli ospedali e progetti per la scuola. Tuttavia questo sarà un Natale nel segno della sobrietà.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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