(ASI) Si è conclusa da pochi giorni la manifestazione anti-capitalistica tenuta a Roma da parte degli Indignati italiani. La capitale al grido: “Unit for global change” ha ospitato un numero di manifestanti intorno a 500 mila, provenienti da tutte le parti d'Italia.
Un popolo variegato, multi-gerenazionale e trasversale fortemente critico del sistema finanziario fraudolento basato sulla speculazione, reo di aver generato enormi guasti sociali alle persone e di voler far fallire gli Stati sovrani.
Si sono uniti ed hanno sfilato per le vie della città eterna numerosi movimenti pacifici composti da gente apartitica e non, con il solo intento di far valere civilmente le proprie richieste. Persone accomunate dal malcontento generato da una crisi globale che ha investito quasi tutti i settori produttivi, ma ha anche causato ingenti tagli finanziari di qualsiasi genere (dai fondi dedicati all' istruzione e alla ricerca universitaria, al taglio delle pensioni per i disabili, alla riduzione dei finanziamenti da destinare al servizio sanitario, introducendo l'aumento dei costi dei ticket, etc.etc.).
Per contro si è avuto un aumento di tasse che incideranno pesantemente nelle classi sociali più povere e l' ennesima manovra finanziaria che ha anche minato seriamente i diritti del lavoratori . Ambiti sociali che riguardano profondamente lo sviluppo ed il bene di noi tutti.
In ogni caso, molti italiani volevano marciare pacificamente verso le cosiddette sedi di potere con il principale scopo, di urlare a gran voce “basta” con la solita politica che non risolve i problemi della gente, anzi ne crea più gravi, purtroppo ha preso poi una piega diversa.
Questa deriva si è avuta a causa di un gruppo di teppisti, persone riconosciute col nome di Black block, estranei al movimento pacifico che aveva indetto questa grande mobilitazione popolare.
I Black block, che sono estremisti addestrati con abili tecniche di guerriglia, sebbene fossero poche centinaia, hanno avuto la forza di trasformare una giornata pacifica di lotta in un caos collettivo fatto di atti distruttivi che ha impegnato severamente le forze dell'ordine.
I Black block, hanno colpito con manganelli bombe carta non solo chi era preposto per mantenere l'ordine pubblico, ma anche tutti i manifestanti che cercavano di fermarli, devastando con una violenza cieca, indistintamente, automobili ,vetrine di negozi fino ad arrivare a dissacrare alcune chiese e distruggendo perfino beni sacri presenti al loro interno.
Scontri e atti teppistici che si sono susseguiti per tutta la giornata , che hanno finito per impedire il civile manifestare della maggio parte della gente e sono terminati col ferimento di molte persone. Feriti avuti anche fra le forze dell'ordine. La celere infatti ha subito diversi agguati violenti da parte dei Black block che hanno incendiato e distrutto pure diverse camionette.
Molte partecipanti che manifestavano pacificamente hanno preso le distanze dai teppisti , anzi, hanno cercato di soccorrere gli organi di polizia palesando la netta contrarietà ai gesti violenti dei black block.
Di più, hanno tentato di favorire le forze dell' ordine per fermare certi atti di stupida prepotenza, ma sono stati feriti sia dalle bombe carta dei black block e sia dalla cariche delle celere, perché, nel caos generale, erroneamente, sono stati confusi dalla polizia per gli autori delle azioni violente.
La grande manifestazione e il suo epilogo ha avuto un forte impatto sull' opinione pubblica che ha espresso il suo grande sdegno per gli atti incivili che hanno preso di mira solo beni pubblici e privati e, indistintamente, la gente.
Pochi Black block hanno messo sotto sopra la capitale con scene di teppismo e di pura violenza fini a se stesse, mentre, non hanno minimamente scalfito i centri del potere. Atti scellerati che hanno procurato danni per svariati milioni di euro i cui costi verranno pagati dalla comunità. Il risultato: tali disordini rafforzano il sistema e servono a distogliere l'attenzione dalla grave crisi morale, politica, sociale che sta vivendo l'Italia e il mondo.
Per questo, è opportuno fare chiarezza e non incorrere nell'errore di generalizzare tali episodi negativi e comunque in nessun modo abbinarli al manifestare moderato delle persone che intendono far valere i propri diritti civilmente. Non è giusto e opportuno gettare fango sui nobili ideali democratici e sulle giuste finalità sociali che la grande iniziativa popolare del 15 ottobre si prefiggeva di raggiungere. Per cui, il vero intento della protesta, non va confuso col termine di “rivoluzione” che alimenta e termina con lo scontro tutt'altro che democratico.
Io personalmente sono consapevole che la mancanza di attenzione da parte dei politici verso le reali esigenze della gente e nei confronti dei lavoratori possa sfociare in atti non sempre in linea con le leggi civili, ma, a tutto c'è un limite invalicabile. Perciò occorre isolare i violenti. Bisogna evitare che al' interno delle grandi manifestazioni si possano infiltrare giovani facilmente “strumentalizzati” che hanno il solo scopo di sfogare la rabbia con la cieca violenza che, alla fine, va a danneggiare la bontà delle istanze di giustizia sociale e le lecite rivendicazioni della popolazione.
Tornando ai veri protagonisti della giornata di sabato ho avuto il piacere di fare un breve resoconto con una signora umbra. Una delle tante anime della protesta civile; una spomtanea portavoce delle istanze sociali che sono proprie del capoluogo umbro e che si batte per il miglioramento delle politiche territoriali.
Era presente a Roma insieme a tanti altri, uniti in un gruppo nato senza leader, per manifestare pacificamente i disagi creati da un sistema socialmente assente, soprattutto, quando si tratta di tutelare i più disagiati. Mi ha raccontato la sua esperienza, quello che ha significato vivere la giornata del 15 ottobre:
“Ci trovavamo d'innanzi alla statua di San Francesco a Roma, insieme a persone di diversa provenienza, uniti, in parte, anche, grazie alle piattaforme virtuali, pronti ad esternare pacificamente le nostre rivendicazioni. Infatti , allo scopo di rendere pubbliche le nostre lecite ragioni, nella zona poco distante dal ritrovo, avevamo organizzato la nostra assemblea. Poco più avanti si trovavano le forze della celere posizionate lì per bloccare violenze e per favorire uno svolgimento tranquillo della manifestazione.
Però, improvvisamente,alcune frange violente hanno iniziato a moltiplicarsi raggiungendo un numero considerevolmente maggiore rispetto a quello che si poteva prevedere alla vigilia. Armati di bombe carta spranghe e manganelli, formavano un agglomerato che si divideva in nuclei proprio d'innanzi al nostro corteo e inveivano con violenza e si scagliavano contro i poliziotti.
Noi a quel punto, ci siamo dichiarati estranei a quello che stava succedendo,alzando le mani e urlando tutti noi “siamo assolutamente contro la violenza”. Abbiamo tentato addirittura di imbottigliare l'intero gruppo, ma quando lo scontro è degenerato e la polizia ha iniziato a lanciare fumogeni nella nostra direzione che, era la stessa di quella dei violenti che si volevano fare scudo di noi, siamo stati costretti ad abbandonare il luogo dove tenevamo l'assemblea e ci siamo trasferiti in piazza Santa Croce dove ci hanno supportato numerosi sostenitori. Inoltre, abbiamo continuato ad essere attivi anche nei giorni seguenti la manifestazione.
La giornata ha avuto per noi anche momenti dove abbiamo manifestato in compagnia di persone portatrici di vari handicap che si sono uniti al movimento delle persone indignate.
Ci dispiace per gli scontri e per la devastazione che la capitale ha dovuto subire,a causa di questi gruppi di dubbia entità che hanno volutamente discreditato i nostri veri intenti, boicottando di fato tutta la manifestazione.
In molti si aspettavano una nostra grossa partecipazione e, forse per questo motivo, certi potenti hanno deciso magari di contrastare il movimento di protesta pacifico. Siano stati sottoposti ad un avvento mediatico che ha finito per descrivere negativamente tutto il movimento. Ci hanno strumentalizzati, omettendo di far conoscere all'opinione pubblica le nostre lecite istanze e pubblicare sulla manifestazione di Roma le dichiarazioni di chi aveva aderito alla grande mobilitazione pacificamente e civilmente; noi, comunque, non demorderemo e continueremo a manifestare democraticamente
contro le ingiustizie e le speculazioni. Lo faremo per il bene nostro e dell'intera collettività. Per queste ragioni è stata indetta a Perugia un'assemblea, aperta a tutti, giovedì alle ore 21 che si svolgerà presso l'anfiteatro di Ponte San Giovanni”.