(ASI) Catanzaro - "Il virus Sars-Covid2 sta avanzando in maniera impetuosa in tutto il mondo, causando migliaia di vittime con conseguenze economiche devastanti e risvolti sociali molto più che drammatici. Fino a pochissimi giorni addietro l'Italia era è stato il primo paese, dopo la Cina, a dover fronteggiare la diffusione della pandemia.
Questa situazione di una tale emergenza sanitaria ha messo a nudo tutte le scellerate politiche pubbliche portate avanti dai governi nazionali e regionali che si sono susseguiti negli ultimi decenni: politiche volte ad un criminale smantellamento sistematico del Welfare e della sanità pubblica, entrambi usati come bancomat e così svuotati di sempre più risorse economiche. In un contesto nazionale già in crisi, la Calabria rappresenta senz'altro la regione più impreparata, come la stessa Presidente Santelli ha riconosciuto, emanando l’ordinanza di chiusura dei confini regionali e portando l’esercito nelle strade. La storica mala gestione della cosa pubblica, il continuo taglio di ingenti risorse economiche e il commissariamento della sanità sono le cause principali della drammatica situazione che 2 milioni di calabresi vivono quotidianamente sulla propria pelle. La pandemia è stata il colpo di grazia, ed ha svelato ulteriormente l'incapacità, l'ottusità e la pochezza della classe politica locale e della burocrazia regionale, con Jole Santelli e Domenico Pallaria degni rappresentanti. Non siamo rimasti affatto sorpresi guardando il servizio di Report, andato in onda su Rai 3, perché USB denuncia questa situazione da anni. Spesso lo abbiamo fatto emarginati dagli amministratori e dai media, tant'è che oggi si stracciano le vesti sindacalisti, dirigenti pubblici ecc., che negli anni hanno preferito il silenzio interessato o addirittura la connivenza, in cambio di favori che il più delle volte sono andati oltre la linea dell’interscambio clientelare, con gli artefici del disastro che oggi è sotto gli occhi di tutto il mondo. La gestione dell'attuale emergenza, sul territorio, è imbarazzante. Mancano piani di emergenza regionali sia sanitari che di protezione civile come anche di rifornimento di DPI non soltanto per i cittadini ma addirittura per i sanitari e gli altri lavoratori degli ospedali. I tamponi vengono razionati e centellinati all’inverosimile anche nei riguardi dello stesso personale sanitario. Per erronea politica di controllo sanitario attraverso i tamponi su ospiti e operatori; per mala gestione delle degenze e dei casi dentro le RSA. A tutto ciò si aggiungono le diatribe tra i vertici delle amministrazioni regionali e quelli delle ASP. Soltanto gli esigui casi di pazienti covid positivi in Calabria, rispetto a quelli presenti nelle altre regioni italiane, sono già bastati a mettere in ginocchio i reparti di terapia intensiva e i pronto soccorso. La disorganizzazione dei nostri ospedali ha creato numerose situazioni di promiscuità fra pazienti covid positivi e malati immunodepressi, dializzati e oncologici, minacciando concretamente la salute di chi è costretto a recarsi in ospedale per cure salvavita. I casi delle tende pre-triage sono l'esempio lampante di come il tema della prevenzione nel nostro territorio sia trattato con estrema superficialità. Ma ancora più vergognoso è che molti lavoratori che già operano all'interno degli ospedali, dal 1 gennaio scorso hanno maturato i diritti di legge per vedere trasformato il proprio contratto a tempo indeterminato e la Presidente SANTELLI ha preferito non procedere alla stabilizzazione dei circa 600 precari, che ad oggi continuano a garantire il diritto alla cura nella nostra terra, mettendo a rischio la salute propria e dei loro congiunti. Come USB abbiamo più volte chiesto di porre fine a quella che è un’ ingiustizia sociale e politica prima ancora che amministrativa, ma invece di provvedere alle stabilizzazioni di chi ne ha diritto la Presidente ha preferito, anche in piena emergenza coronavirus, continuare a dare nuovi soldi alla sanità privata. Oggi i Calabresi pagano lo scotto di una politica criminale fatta di tagli ai finanziamenti pubblici e commissariamenti vari tutti ad esclusivo vantaggio di privati, i quali adesso si rifiutano e non vogliono assumersi l’onere della cura dei pazienti Covid-19 perché l’assistenza richiesta è troppo onerosa. Gli operatori e le operatrici sanitarie sono insufficienti e lo erano già da prima dell'emergenza. Molti di loro hanno contratti precari, molti altri, specialmente gli ausiliari, gli OSS, i pulitori, gli addetti mensa, gli autisti delle ambulanze ma anche infermieri sono dipendenti di cooperative in appalto, che non offrono le prescritte tutele e garanzie. Nella stragrande maggioranza dei casi detto personale non dispone di dispositivi di protezione individuali e sono quindi pericolosamente esposti al contagio, mettendo a rischio la salute delle loro famiglie, dei pazienti e della collettività. Il Presidente della Giunta Regionale della Calabria deve attivarsi senza ulteriori ritardi al fine di garantire la sicurezza degli Operatori della Sanità Calabrese, destinando risorse economiche anche per l’acquisto dei DPI, essendo la Regione competente in materia della tutela della salute (art. 117 della Costituzione). Quello che risulta assolutamente importante per USB è denunciare questa situazione e chiedere alla Presidente Santelli di assumere coraggiosamente e responsabilmente un atteggiamento di discontinuità nei riguardi delle precedenti giunte. La paura di tutti i calabresi oltre al contagio del virus in sé, è l'assoluta consapevolezza di non poter far affidamento su un sistema sanitario che possa far fronte all'emergenza. Ormai è troppo evidente quanto il settore sanitario sia asservito ai politici locali per mantenere e alimentare le loro clientele, attraverso la progressiva privatizzazione e lo smantellamento del sistema sanitario pubblico. I responsabili di questo sfacelo hanno dei nomi e dei cognomi, hanno amministrato e amministrano questa regione e questa drammatica emergenza lo sta ricordando a noi tutti. Inoltre, riteniamo di evidenziare/rappresentare l'atteggiamento della Presidente della Regione poco consono nel voler chiudere la bocca alle competenti Asp per territorio relativamente al bollettino dei contagi giornalieri quasi a voler di fatto imporre la dimostrazione dell’ottima governance regionale. Oltre ad ammettere di aver sbagliato e assumersene la responsabilità USB denuncia anche come la ricerca, la scienza e la cultura siano dominate e pilotate dal denaro e da chi lo possiede. USB denuncia come pure i medici calabresi per lavorare siano obbligati ad andare via dalla Calabria ed esorta la Presidente Santelli a voler finalmente adoperarsi per la Regione cogliendo l’emergenza Covid-19A per rendere finalmente la sanità pubblica calabrese avanguardia e fiore all’occhiello dell’Italia." Così in una nota USB Coordinamento Confederale Calabria.