(ASI) "Spesso il Parlamento italiano ha tentato di evitare o ritardare il più possibile la discussione di leggi che coinvolgono la visione etica della vita e della dignità della vita stessa lasciando questo compito alla magistratura, ora peró la politica ha il dovere di assumersi le sue responsabilità e normare queste situazioni".
Lo afferma in una nota il professor Ignazio Marino commentando la mozione approvata ieri dal comitato di bioetica sullo stop all'accanimento terapeutico nel caso di fine vita per i bambini.
Per Marino, oggi Professore di Chirurgia e Senior Vice President presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, "i medici di fronte alla sofferenza hanno il compito di utilizzare tutti gli strumenti per lenirla o eliminarla. Tuttavia, la scelta più difficile è quella di decidere di fermarsi e questo è ancora più complesso e drammatico nella situazione di un bambino che soffre e ha una limitata aspettativa di vita".
"La dignità e la sofferenza del bimbo non dovrebbero essere più importanti del nostro amore? Io penso di sì ma non penso che sia semplice accettare che non c’è più nulla da fare e riconoscere che l’unico risultato di proseguire con le terapie è il prolungare l’agonia. La mozione è veramente importante perché tocca il tema dell’essenza stessa della vita e del suo significato. Per questo credo che occorra adesso un serio lavoro del Parlamento affinché una decisione così difficile non venga in futuro ancora affidata ai Magistrati", aggiunge Marino.
"È necessario individuare un percorso che accompagni i genitori senza pretendere di insegnare loro cosa sia giusto o cosa sia sbagliato. Giungere insieme alla decisione più saggia nell’interesse del bambino sarà ogni volta difficilissimo ma, come medico, è l’unica strada che vorrei percorrere", conclude il prof. Marino.