(ASI) Trieste - "Il Giorno del Ricordo 2020 segna ulteriori significativi passi avanti affinché la tragedia delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e del reinserimento di 350.000 istriani, fiumani e dalmati in una nuova residenza, spesso anche al di fuori dei confini d'Italia, diventi patrimonio della comunità nazionale sempre più condiviso.
Purtroppo registriamo il persistere nelle giornate a ridosso del 10 febbraio di iniziative dal carattere ambiguo se non addirittura giustificazionista, le quali cercano di ridimensionare quanto patito dalla comunità italiana autoctona dell'Adriatico orientale a partire dai provvedimenti legislativi asburgici per giungere all'annessione alla Jugoslavia nazionalcomunista di Tito passando per le stragi consumatesi nelle foibe, nelle marce forzate dei deportati, nei campi di concentramento titini e a Vergarolla.
Conforta vedere che il Quirinale abbia inteso organizzare un Concerto del Ricordo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, simbolo dello Stato e dell'unità degli italiani, e che i presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati abbiamo deciso di assistere assieme alla cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo nell'ambito dell'emiciclo di Palazzo Madama.
E così anche nel territorio consigli comunali e regionali, istituzioni scolastiche ed associazioni culturali coinvolgono i ricercatori afferenti alle sigle della diaspora adriatica ed i testimoni ancora lucidi che possono raccontare lo sradicamento, l'esodo, i Centri Raccolta Profughi e le difficoltà riscontrate nel costruirsi una nuova esistenza. Si può pertanto riscontrare come, dai luoghi maggiormente rappresentativi dello Stato italiano fino alle comunità locali, il Giorno del Ricordo stia diventando una ricorrenza sempre più sentita e compresa dagli italiani e dai loro rappresentanti nei consessi elettivi. Intensificando questo tipo di iniziative che riscuotono una crescente attenzione, rimane l'obiettivo di sensibilizzare riguardo tali tematiche anche l'opinione pubblica delle regioni in cui le sofferenze del popolo giuliano-dalmata si consumarono.
L'atteggiamento ambiguo da parte di Fiume capitale europea della cultura 2020 nei confronti della sua matrice italiana e la reticenza delle istituzioni slovene e croate a voler riconoscere le stragi delle foibe avvenuti nei territori che oggi fanno parte dei loro Stati stridono con le riesumazioni degli italiani fucilati nel maggio 1945 e sepolti in fosse comuni a Castua e a Ossero, che è stato possibile effettuare in concordia con le autorità di Zagabria. Un significativo passo ufficiale verso il riconoscimento di quanto patito dall'italianità adriatica risiede in una visita congiunta dei capi di Stato italiano, sloveno e croato al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza ed auspichiamo che ciò possa avvenire contestualmente alla consegna dell'ex Balkan alla minoranza slovena, rinnovando così lo spirito del Concerto dei tre Presidenti."
Lo dichiara in una nota Renzo Codarin, Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.