(ASI) Roma, 07.01.2019 – L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) ha tracciato un bilancio per ciò che riguarda i pagamenti erogati nell’anno appena passato. A commentare i dati è il presidente Comagri, Filippo Gallinella che spiega: “per gli aiuti diretti alle aziende agricole nel mese di dicembre è stato dato avvio al pagamento dei saldi della domanda unica 2019 per 291 milioni di euro, coinvolgendo 135mila beneficiari.
A questo importo si aggiungono 974 milioni di euro relativi al pagamento dell’anticipo che si è concluso nel mese di novembre e che ha interessato oltre 448 mila aziende agricole, per un totale erogato pari a 1.265 milioni di euro a favore di oltre 584 mila agricoltori. Per ciò che concerne il Programma nazionale di sviluppo rurale nell’anno 2019 – continua Gallinella – sono stati realizzati pagamenti a quasi 57mila beneficiari, per un importo complessivo pari a 349 milioni di euro: dati positivi che, rispetto allo scorso anno, fanno registrare un incremento di aiuti erogati di oltre 98 milioni di euro e che ci servono da sprone a fare ancora di più. Stiamo infatti lavorando da tempo per accelerare e semplificare i sistemi di pagamento, anche se la cosa non è certamente semplice dato che nel passato si è pensato a cambiare il direttore piuttosto che analizzare le reali problematiche. Gli stessi agricoltori sanno che le regole comunitarie sono complesse e cambiano ogni anno e a ciò si aggiunge che ogni regione ha regole diverse per i Piani di sviluppo rurale e, in alcune di esse, si hanno enti pagatori autonomi: chiaramente tutto ciò complica molte cose, soprattutto nello scambio dei dati e per questo vogliamo semplificare i controlli e la trasmissione delle informazioni, fornendo un potenziamento di Agea e un miglioramento dell'informatica. Ci sono poi ancora alcuni nodi da sciogliere, come il tema dei lotti e la creazione di ‘uffici periferici di Agea’ nelle regioni senza organismo pagatore in modo da rispondere direttamente agli agricoltori sulle cosiddette ‘domande inceppate’. C’è sicuramente ancora tanto da fare – conclude Gallinella – ma anche alla luce di questi dati positivi, non si può dire che siamo stati fermi”.