(ASI) Nella terza giornata della Festa nazionale dell’Unità, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si sono confrontati sul tema delle autonomie locali, nel dibattito ‘L’autonomia differenziata per unire e cambiare il Paese’, cui hanno assistito più di 400 persone.

 

Nel suo intervento Bonaccini ha sottolineato come “L’autonomia non può prescindere da due principi: l’unità nazionale e il principio di sussidiarietà tra aree più povere e più ricche. Alcuni parametri non si possono mettere in discussione nemmeno con l’autonomia, come la sanità, o la scuola, che è una, ed è italiana. L’Emilia Romagna non vuole residui fiscali e non vuole un euro in più di quello che lo Stato sta spendendo per gestire alcune materie”.

De Luca ha ribadito come ‘La Campania è disposta a ragionare sull’autonomia partendo dal presupposto che l’unità nazionale è sacra, perché l’Italia non è più l’Italia se la frantumiamo in una decina di pezzi. Siamo un insieme di storia, umanità e sacrificio. Autonomia significa capacità di decisione, qualità dei servizi garantiti ai cittadini, rapidità di intervento, possibilità per le imprese di liberarsi dalle lungaggini burocratiche. Bisogna rispettare gli equilibri costituzionali, il Parlamento non può essere espropriato e deve esserci solidarietà all’interno delle nostre comunità. Altrimenti siamo solo dei contabili”.

“Attenzione a non mettere l’autonomia differenziata in un quadro di unità e solidarietà. Io sono contento che il governo sia caduto perché la fuga in avanti di Veneto e Lombardia non è autonomia, ma rischio di pericolosa secessione”, ha detto Rossi nel suo intervento. “Non si può parlare di autonomia differenziata se non si considerano tutti i cittadini italiani uguali di fronte ai servizi. L’eguaglianza deve essere anche tra i territori”

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