(ASI) È necessario che sia garantito un significativo finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità in una situazione in cui dall’inizio dell’estate si sono verificati lungo la Penisola 725 eventi estremi tra tempeste, trombe d’aria grandinate e nubifragi, quasi il doppio dello scorso anno (+88%) che hanno devastato le campagne italiani. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta di una priorità per scongiurare la chiusura di migliaia di aziende per i danni che hanno compromesso l’attività.
Si è trattato in realtà di un’estate a due facce dunque segnata da bolle di calore anomale ma anche da eventi estremi che secondo la Coldiretti hanno distrutto le coltivazioni nei campi con piante sradicate, serre divelte, vigneti abbattuti, mele, pesche e altra frutta flagellata come pure meloni e pomodori ma anche campi allagati, soia e mais stesi a terra dalle forti tempeste di vento, trombe d’aria e temporali intensi accompagnati da grandinate killer con frane, strade di campagna impraticabili e pascoli isolati che hanno portato a chiedere nelle zone colpite lo stato di calamità per il quale - sottolinea la Coldiretti - occorre garantire adeguate risorse. Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi ma favoriscono anche il diffondersi di patogeni dannosi per le colture come è avvenuto con la cimice asiatica.
Un flagello – precisa la Coldiretti - che si sta moltiplicando nelle campagne ed in città, causando danni stimati per ora in circa 250 milioni di euro alle produzioni di mele, pere, kiwi, ma anche pesche, ciliegie, albicocche e piante da vivai. “Non possiamo avere tempi ordinari rispetto a emergenze come l’arrivo di specie aliene che invece richiedono provvedimenti rapidi del Ministero dell’Ambiente, controlli sulle merci importate nel nostro Paese ed adeguati interventi per aiutare le aziende a sostenere i danni” conclude Prandini.